(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 18.15) Voleva far male a qualcuno, sentiva di “dover” fare male a qualcuno; male senza un limite, foss’anche venuta la morte della vittima scelta; e questo ha fatto, tirando a freddo una coltellata al quasi coetaneo che aveva scelto come bersaglio, e affondando il colpo nelle carni del ragazzo. È stata presa in carico dalle autorità sanitarie, d’intesa con la magistratura dei minorenni e previo accertamento dei fatti da parte di agenti della Polcantonale, la 15enne che nella serata di ieri, mercoledì 19 aprile, ha estratto una lama ed ha colpito deliberatamente un 17enne in prossimità delle scuole medie Bellinzona-2 di via Al Maglio in Bellinzona, luogo-trappola in cui il ragazzo era stato fatto giungere con una scusa. Il 17enne, che come riferito dai colleghi di “TicinoNews.ch” ha riportato una lesione all’addome e contusioni varie, è stato assistito da personale sanitario, trasportato al Pronto soccorso del nosocomio cittadino, trattato ed infine dimesso; sul fisico, ne avrà per qualche tempo; nella psiche, per tutta la vita.
Di disturbo psichico grave parlano varie fonti, in queste ore, cercando di disperdere le nebbie all’origine di un atto insensato o, almeno, di trovare una radice credibile. Disturbo di sicuro, e grave, e forse intercettato per tempo ma non valutato correttamente, se è vero – ed i fatti ciò dimostrano – che un’adolescente si è trovata nella piena libertà di telefonare ad un tizio nella cerchia dei suoi conoscenti, di trovare un motivo valido o almeno sufficiente per convincere l’interlocutore a farsi trovare in un posto preciso, di uscire – da casa o da altro edificio, non si sa – intorno alle ore 21.00, di raggiungere il posto concordato e poi di piombare sull’altro soggetto con intenzioni bellicose e sùbito tradotte in vie di fatto. Tutto ciò senza che il 17enne avesse manifestato preoccupazione o timore nell’avvicinarsi, per quanto egli fosse forse cosciente di non rientrare propriamente nella sfera delle amicizie della ragazza; qualcosa di più si capirà forse dalle testimonianze dell’aggredito, che meglio di chiunque altro potrà precisare il contesto (per quel che è dato sapere, non molti i punti di contatto, a parte l’essere entrambi adolescenti ed entrambi domiciliati nel Bellinzonese. Non si ha notizia, per esempio, circa nazionalità, eventuali precedenti, scuole frequentate, partecipazione a compagnie comuni, et cetera. Ma d’acchito nemmen si comprende la dinamica dell’approccio, perché in qualche modo un approccio – da leggersi nelle forme della prossimità fisica – vi è stato).
I primi accertamenti sono stati esperiti da agenti della Polcantonale, con il supporto dei colleghi della Polcom Bellinzona. Istruzione del caso, per ovvia competenza, a cura del magistrato dei minorenni.