Per Wallis Simpson, Edoardo VIII da Richmond upon Thames mollò il potere su un terzo dell’orbe terracqueo; e fu scandalo millenario, tuttora menzionato nei libri di storia. Per crescenti “impegni professionali” che lo spingono sempre più spesso ad operare su Dubai e per “ragioni personali”, una delle quali potrebbe ancora coincidere con il nome della 31enne bahreiniana Sofia al Asfoor, Marcello I il ticinese (all’anagrafe Marcello Menegatto, nativo di Lecco, cittadino svizzero in Lugano; nella foto) rinuncia ad un altro trono, quello del Principato di Seborga, la terra ligustica che un nucleo di fieri ed irriducibili indipendentisti contesta alla Repubblica italiana per mancata annessione ai tempi del Regno di Sardegna e per rivendicati diritti sin verso al secolo duodecimo, e con varie reiterazioni ben prima dell’Unità d’Italia. Dopo i nove anni – su quasi 41 anagrafici – alla guida del microStato ovviamente non riconosciuto dalle autorità tricolori, improvvisamente Marcello I ha tagliato il nodo gordiano manifestando la volontà di abdicare, il che si tradurrà in un congedo dai membri del “Consiglio della corona”; nel frattempo, già in fase di riconsegna sia la targa automobilistica “Sb001” che spetta al principe, sia il passaporto diplomatico, sia la carta d’identità numero 00001 parimenti assegnata a colui che è – e che rimane – un “dominus” elettivo, a regole certe ma in spirito di effettiva democrazia.
È la fine di un’epoca, e cesura per certi versi drammatica, quella che nel fine-settimana ha condotto i seborghini ad interrogarsi sul presente e sul futuro di un progetto a metà tra effettiva ambizione di pretendere l’indipendenza ed astuzia di ottimi affaristi, tanto il turismo che sarebbe invece stato intercettato da località più conosciute e tanto l’impulso alla storica attività di floricoltura, per di più in realtà colllinare e tendente al montuoso, distanza d’una dozzina di chilometri dal Mar Ligure a Bordighera e poco più di 30 dalla frontiera con la Francia ai Balzi Rossi di Ponte San Ludovico in Comune di Ventimiglia. Di più: Marcello I Menegatto taglia netto il filo della disponibilità ad una futura rielezione, che per lui – apprezzato e stimato, la cosa non entra nemmeno in linea di dubbio – sarebbe stata la seconda (nell’aprile 2010 l’ascesa al soglio per raccogliere l’eredità potestale lasciata dal deceduto principe Giorgio I Carbone, rifondatore del Principato ed in carica dal 1963 al 2009, con successo – 89 voti contro 67, 57.06 contro 42.94 per cento – su Gian Luigi “Pepi” Morgia, regista e “designer” che sarebbe deceduto di lì ad un anno; nell’aprile 2017 il rinnovo del mandato settennale con schiacciante affermazione – 129 voti contro 42 ossia 75.44 contro 24.56 per cento – sul giornalista e documentarista Mark Dezzani). Per risolvere il vuoto di potere, insomma, chi detiene l’ordinaria amministrazione della sede vacante – oh, non è che la Repubblica italiana si sia ritirata dal territorio in attesa di decisioni: a Seborga c’è regolare Amministrazione comunale con sindaco Enrico Ilariuzzi, Giunta ovvero Municipio formato da altri due membri (Susanna Millo vicesindaca e Pasquale Ragni assessore, ruolo corrispondente a quello del municipale in Ticino) e Legislativo formato da sei persone – dovrà porre mano, e rapidamente, ad un atto deliberativo per indire nuove elezioni, sapendo tuttavia che qualcosa pare essersi spezzato. Perché la questione, si creda, è più complicata di così, e proviamo a spiegare al fine di fare noi stessi il punto, senza garanzia di arrivare al punto.
Gli aspetti essenziali, riservato il rischio dell’oblivione di qualcosa: a) sin dal tempo della prima candidatura al ruolo che era stato di Giorgio I Carbone, Marcello I Menegatto è stato accompagnato dalla consorte Nina Döbler, conosciuta in gioventù all’“Institut Monte Rosa” di Montreux e da quel tempo sua compagna inseparabile, tanto da accompagnarlo con entusiasmo nella nuova avventura e da acquisire infine l’effettivo ruolo di ministro degli Affari esteri della micronazione; b) all’inizio dello scorso anno, prime voci di dissidi fra il principe e la consorte, voci corroborate da immagini scattate in altro angolo del mondo dove Marcello I, peraltro nel corso di eventi pubblici ed in cui nessuno si stava nascondendo all’obiettivo dei fotografi, era proposto in apparente situazione affettuosa con Sofia al Asfoor, figura emergente tra gli stilisti di borse e di accessori e che – parere spassionato – vale un Takashi Murakami quando disegna per Louis Vuitton; c) crisi esplosa dopo relazione durata oltre 20 anni, e Nina Döbler – persona meravigliosa per cultura e per cortesia e per affabilità, si conferma per lunga conoscenza diretta così come si può deporre sull’affabilità di Marcello I Menegatto e sulle qualità umane del geniale Giorgio I Carbone – temporaneamente in ritiro dalle parti della natìa Kempten in Germania; d) crisi in apparenza rientrata, tra le “spiegazioni” fornite da Marcello I ai suoi ministri e mezze conferme di una storia parallela; e) guerra intestina a Seborga, dove gira odore di autentico “golpe” (il secondo nell’arco di un paio di anni: il titolo di principe su questo borgo da 300 abitanti e sui suoi cinque chilometri quadrati scarsi, si direbbe, suscita interesse legittimo e qualche appetito insano…), per di più con elementi di disturbo portati da un sedicente “maestro generale dei Cavalieri bianchi” che sulla stampa dichiara di aver destituito il principe; f) comunicati e controcomunicati, messaggi e contromessaggi, discussioni montanti e calanti, titolarità del principe tuttavia non messa in discussione; g) nelle prolungate assenze di Marcello I per gli impegni (anch’essi indiscutbili) di lavoro, occhi puntati su Nina Döbler tornata a Seborga e sempre più apprezzata nel pieno delle funzioni di rappresentanza; tanto che, fermo restando il doveroso tributo nel ricordo del rifondatore del Principato ad un tempo abbaziale, ad un giro d’orizzonte pare proprio che gran parte dei seborghini sarebbe pronto a chiedere alla gentildonna algoviese di proporsi e di diventare principessa.
Possibile, impossibile, probabile? Mah: dopo un ritorno di fiamma – gestito con coerente e rispettato senso di equilibrio – dalla metà alla fine del 2018, le strade di Marcello I Menegatto e della potenziale Nina I Döbler-Menegatto si sono separate, pur rimanendo i due in costante dialogo e – così pare – essendo stati messi agli archivi gli strascichi di una relazione usuratasi e sfrangiatasi; ma a luglio, dunque fra tre mesi, vedrà la luce una bimba, figlia di Nina e di Marcello; di lei, lungamente desiderata dai genitori, si sa già il nome, Maya o Maia, emblema pagano della fecondità e della rinascita. La continuità dinastica, sempre che si manifesti in ciò il favore delle urne, sarebbe assicurata.