Come lui nessuno mai prima, e pochi, o forse nessuno secondo l’opinione di alcuni, anche dopo. Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelé, tricampione mondiale (Svezia, 1958; Cile, 1962; Messico, 1970) nel calcio con i colori verdeoro del Brasile, carriera professionistica ventennale tra Santos in Brasile (1957-1974) e New York Cosmos (1975-1977), è morto questa sera a San Paolo, all’età di 82 anni, dopo malattia aggravatasi nelle ultime settimane. Conosciuto come “O rei” (anche “O rei do futebol”) e “Perla nera”, Pelé incarnò l’essenza dell’attaccante dal repertorio tecnico eccezionale e con rapidità di movimenti tale da impensierire qualunque difesa. Originario di Tres Corações nello Stato del Minas Gerais, calciatore sfortunato anche il padre João Ramos “Dondinho” do Nascimento, il non ancora 15enne Edson giocava in una giovanile del Bauru, società la cui prima squadra militava in una serie dilettantistica, quando fu scoperto da un osservatore e sollecitato a presentarsi ai provini delle giovanili del Santos.
Una sola stagione nella filiera e poi l’esordio in prima squadra, nel settembre 1956, quale subentrante in un’amichevole con il Corinthians. Pochi tocchi di palla, e sùbito il segno del predestinato: un goal. Sarebbe stato il primo di un lunghissimo percorso; le reti in competizioni ufficiali, secondo un computo attendibile, risultano essere 1’281. Ad attività agonistica conclusa, molte le onorificenze e le investiture per ruoli istituzionali; per tre anni, dal 1995 al 1998, anche la funzione di ministro straordinario dello Sport. Numerose le biografie e le autobiografie, oltre alle partecipazioni a documentari ed a film (tra questi il celebre “Fuga per la vittoria” diretto da John Huston ed a fianco di altri personaggi del ciclo storico fra gli Anni ’60 e gli Anni ’70).