Dimitri Bossalini, 60 anni, è sin da oggi un “ex” per quanto riguarda il comando della Polcom Locarno e qualsivoglia altra attività professionale pertinente alle forze dell’ordine: di una sua richiesta di prepensionamento dopo ipotesi ventilata “già nel recente passato” e con pertinenza “squisitamente a personali scelte di vita” – questo secondo la versione ufficiale; la nota-stampa uscita da Palazzo Marcacci sta suscitando un’irrefrenabile ilarità in tutto il comprensorio – l’autorità politica comunale ha preso atto concordando sull’istanza esposta e addirittura concordando con l’interessato “un punto d’incontro sulla strada da seguirsi”. Cioè ciao, entri in divisa ed esci da civile, e nessuno racconterà in giro i termini definiti a parte il citato fatto, vale a dire la partenza immediata. Per giungere a tale convergenza, dopo una serie di episodi che hanno portato la Polcom Locarno in cronaca più per le disavventure interne che per gli interventi effettuati, fu indetta ed ebbe luogo “un’apposita riunione” svoltasi – notisi il colpo di pennello in rifinitura dell’opera di edulcorazione – “nel più sereno dei modi possibili”, il che è di suo un manifesto dell’irrealtà.
Dopo cinque anni e rotti, dunque, percorso concluso ovvero interrotto. Ma chissà se il problema stava in un Bossalini Dimitri ora non più “boss”, o in altro Bossalini che di Dimitri è figlio e che da agente si è ritrovato ex-agente fatto salvo un ricorso a quanto pare “in itinere”, o nei quadri del corpo di Polcom, potendosi immaginare che dove ci sono gli zar spunta almeno una zarina, e che nella fattoria degli animali tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri, e via dicendosi. Non è quindi motivo di rassicurazione, per assenza di certezze circa l’eventuale concorrenza di terzi (interni) nel caos organizzativo e nel disastro di immagine, l’apprendere che “il comando sarà assicurato dallo Stato maggiore della Polcom”, con affiancamento da parte di consulenti della “Iq center Sa” nel cui portafoglio-clienti figurano varie realtà del pubblico e del privato tra cui enti di Polizia locale, e tutto ciò a causa dei gravami comportati dall’“assunzione di un simile compito”; è stato dunque escluso un subentro “tout court” in acquisizione diretta di responsabilità, e sì che le risorse umane qualificate non mancano. Quanto al sanare i problemi ed al far diradare le nubi, a sensazione ci vorrà un bel pezzo. O un atto di cortese fermezza dall’esterno, per dire, approfittandosi della circostanza per l’estensione delle verifiche anche ad altri organici dei salariati dai locarnesi.