Home CRONACA L’editoriale / Docente contestata, toh: è tutta colpa della stampa

L’editoriale / Docente contestata, toh: è tutta colpa della stampa

360
0

Prende una brutta piega la vicenda legata ad una docente di lingua tedesca ed operante alla scuola media di Mendrisio. Una brutta piega per due ordini di ragioni: ad onta della chiarezza della posizione espressa da vari genitori, nessun beneficio reale è giunto dall’incontro avuto lunedì tra una delegazione del Comitato genitori medesimo e parte “tecnica” prima che politica; inoltre, buona parte delle contestazioni è stata rinviata al mittente senza risposta; infine, una critica persino feroce è stata espressa all’indirizzo della stampa, rea in sostanza dell’essersi occupata – chi più, chi meno – della questione. Beh: tre punti, e su tre punti non ci siamo.

I genitori, difatti, all’incontro erano andati con la fondata speranza di ricevere soluzioni. Qual è il “busillis”? La docente è oggetto di una critica immotivata, al centro di una campagna di denigrazione che non ha ragion d’essere, il bersaglio di gente spietata e senza scrupoli che pur di difendere i pargoli sarebbe disposta a giurare il falso? O abbiamo una docente che, per quanto qualificata nella competenza sulla materia di suo già non poco ostica ed anche agnostica per dirla con il Giovanni Trapattoni allenatore, non riesce a sviluppare un modello didattico adeguato, o pretende troppo, o ha atteggiamenti irrispettosi ed irriguardosi? Gli elementi di giudizio, senza dubbio, stanno all’interno dell’istituzione scolastica, e le valutazioni hanno luogo pertanto secondo criterio di oggettività. Altrettanto oggettiva, e siamo al punto numero due, la formulazione di istanze cui invece – ed il discorso si situa in stretto rapporto con quanto si dirà tra breve – dal Dipartimento cantonale educazione-cultura-sport non è stata data evasione (testuale dall’informativa pubblicata: “Il Decs non ha aderito alle richieste di alcune puntualizzazioni inerenti il testo del presente comunicato (ed) avanzate dal Comitato genitori, unico motivo per il quale non vi è stato comunicato-stampa congiunto. Il che non è peraltro del tutto vero: appena un capoverso sopra, così risulta, genitori e Decs avevano elogiato “il clima costruttivo dell’incontro” e addirittura “deplorato qualsiasi esternazione a mezzo stampa, per il bene della scuola e dei ragazzi”, et cetera.

“Deplorato”? Vediamo di capire: in quale modo la vicenda è giunta alle orecchie dei giornalisti, se non da informazioni acquisite all’interno della scuola media di Mendrisio? Si sta per caso sostenendo che un cronista Pinco abbia raccolto un refolo di mugugno di un genitore ed abbia montato un caso sull’inesistente o sull’irrilevante? A smentire questa ipotesi è proprio il fatto che della questione è stato investito l’intero Comitato genitori, e che all’interno del Comitato genitori si è configurata una presa di posizione collettiva e condivisa, e che da tale presa di posizione sono scaturite richieste di chiarimenti tali da richiedere un intervento dipartimentale, al momento per tramite di emissari. O si pensa che un singolo genitore sia talmente facondo, talmente persuasivo e talmente arruffapopoli da aver convinto tutti dell’immanenza di un problema la cui natura sarebbe personale e la cui dimensione varrebbe quella del “floccus” oraziano? Tra le righe, al Dipartimento confermano: no, la cosa è seria e ad essa dedichiamo attenzione, ed infatti programmiamo incontri da qui a giugno, ed a giugno valuteremo sui tre ultimi mesi, e monitoraggio di qua e verifiche di là, ed infine salteranno fuori le… proposte (ad anno scolastico concluso, tuttavia. Tardino). Ma no: a pesare, e difatti tale tema occupa due paragrafi su quattro (compreso quello introduttivo con la descrizione sommaria del problema insorto) del comunicato. Deplorazione, dunque: non dei latori di un’evidenza didattica che stona con il sicuramente ottimo clima regnante sovrano alla scuola media di Mendrisio, ma di “qualsiasi esternazione a mezzo stampa”, come se l’esternazione e l’oggetto dell’esternazione fossero comparsi per partenogenesi; le esternazioni sarebbero deleterie, le esternazioni produrrebbero confusione, le esternazioni contribuirebbero “unicamente ad estremizzare posizioni che sono da affrontarsi all’interno dell’istituzione, con equilibrio e professionalità”. Saltandosi il giro di parole, come dire che i panni sporchi sono da lavarsi in casa, e guai a chi butta l’acqua saponata fuori dall’uscio, non sia mai che il cronista in agguato possa prelevare un campione dell’acqua saponata e farla analizzare in laboratorio e trarre conclusioni.

Di più: secondo la tesi ufficiale del Dipartimento cantonale educazione-cultura-sport, è “necessario fare un momento di pausa sul piano della mediatizzazione di questi fatti”. Ah: dunque, e come prima cosa, i fatti esistono; e dei fatti non si dovrebbe parlare? No: da evitarsi, tale la raccomandazione che somiglia ad un “Diktat”, “qualsiasi comunicato o presa di posizione dove ognuno esprime i propri sentimenti o risentimenti”. Magari non sono solo sentimenti o risentimenti: i membri del Comitato genitori parlano con un’unica voce ed è appena stata affermata la presenza di un clima “costruttivo” nelle relazioni tra le parti. Ma no: la consegna del silenzio, cui allo stesso Dipartimento si impegnano sino alla data del “citato incontro” per il consuntivo sulla vicenda (ovvero a giugno; ma, per quella sponda di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, ciò non costituisce motivo di rinunzia alcuna), è data ai genitori. In funzione di che? Di “cercare di ricondurre la questione nel contesto istituzionale in cui sarebbero dovuti rimanere, nell’interesse principalmente degli allievi”. Citus mutus, e che la scuola rimanga luogo tombale dell’opacità.