La natura del fatto di sangue era stata intuita e compresa – no, nulla di accidentale, e tanto di più nulla che avesse a che vedere con un atto volontario – sin dalle prime ore seguenti all’individuazione del cadavere; dell’autore (sempre presunto, ma nel caso di specie con nulla possibiità di incertezza) si sapeva sin dal giorno successivo, una volta risolto – qui sì – il rischio di fraintendimento fra due soggetti in stretta relazione parentale, ed anzi con il vincolo più stretto sia nel collaterale sia nell’ascendenza, perché la “vox populi” avrebbe fatto propendere per uno dei due fratelli – quello problematico, e non da oggi – anziché per l’altro. Al figlio 21enne, e non all’altro, viene ora contestato ogni possibile addebito nella vicenda della morte di una 61enne, tre settimane or sono, nel nucleo storico di Avegno (Comune di Avegno-Gordevio): ad indicarlo una nota di fonte ministero pubblico, essendo il giudice dei provvedimenti coercitivi giunto alla convalida della decisione pertinente alla restrizione della libertà individuale del soggetto che formalmente, e per assidua frequentazione del luogo, era domiciliato nell’appartamento medesimo in cui si consumò la tragedia. La donna, come da indiscrezioni di fonte terza, fu raggiunta da un colpo alla schiena e da un altro alla testa; vero è che alla magistratura non è ancora giunto il rapporto con le conclusioni definitive dall’esame autoptico.
L’apparente ritardo nella formalizzazione dell’arresto del 21enne, mentre della donna sono già state celebrate – e con grande concorso di concittadini – le esequie, è da ricollegarsi all’effettiva e riscontrata impossibilità, da parte degli inquirenti, di procedere all’interrogatorio del giovane la cui percezione della realtà era parsa gravemente alterata. Venute meno le ragioni mediche immediate, il 21enne – tuttora in carcerazione preventiva e piantonato 24 ore il giorno, per esigenze di sicurezza, all’interno di idonea struttura – è stato sottoposto a confronto con gli addebiti sino ad un quadro che si profila sul reato di assassinio o, in subordine, di omicidio intenzionale. “Dossier” nelle mani della procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis; la realtà, nel frattempo, ci consegna una vittima che per i figli, giunti entrambi in tarda età e da una relazione rivelatasi instabile, aveva dato tutto.