(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 14.42) 95 decessi nel contesto della quarta ondata, cioè meno di sei mesi su un totale di 23 dall’inizio della pandemia ed un’altra vittima nelle ultime 24 ore, sono manifestazione continua di una realtà con cui si fatica anche oggi a fare i conti; su tali morti si insinua infatti il fantasma dell’“E se…” e dell’“Avremmo potuto fare di più”, e ciò per una differenza quasi ontologica tra il passato ed il presente, pesando sulle coscienze – basta che ci si pensi – gli ultimi più dei primi, 350 in prima fase, 608 in seconda, 37 in terza e, con quelli ora noti, 1’090 in tutto. Al netto rialzo ancora i nuovi contagi, che tornano a superare la media di un caso ogni minuto situandosi a quota 1’569 nelle 24 ore, ossia 54’465 nella fase corrente ed 88’246 dalla terza decade di febbraio 2020, punto di inizio del computo su suolo ticinese; in proiezione ciò equivale a dire che, alla scadenza del primo semestre, oltre cinque ottavi dei positivi totali saranno stati registrati nel contesto della sola quarta ondata, meno letale rispetto alla prima ed alla seconda ma significativamente percepita nella dimensione familiare o comunitaria. Non è del resto trascurabile il riacutizzarsi dell’impegno in àmbito ospedaliero: 170 ora i posti-letto utilizzati, 158 nei reparti ordinari e 12 in quelli di terapie intensive.
Non è di aggravio, in questo senso, la situazione fotografata nel sistema delle residenze per anziani: altri 10 ospiti dichiarati positivi, ma 18 quelli giunti a guarigione, per un saldo di 77 contagiati (sempre troppi, certo) in 19 strutture e stante l’assenza sia di nuovi ricoveri sia di altre vittime per “Coronavirus” (due invece quelle indicate per cause non covidiane). Sguardo d’insieme, infine, alla campagna vaccinale: oltre 650’000 le dosi somministrate, trattamento di base al 71.5 per cento degli aventi diritto e da lì poco ci si schioda, al 41.1 per cento del totale (ed al 76.1 per cento nella fascia “Over 65”) sono invece i “booster”.