Ha intercettato un uomo e, minacciandolo con una pistola, l’ha costretto a consistenti prelievi di denaro da due “Bancomat”; ottenuti i soldi, ha forzato la vittima a consegnargli le chiavi dell’auto, ma anziché fuggire da solo ha imposto – l’arma da fuoco quale strumento coercitivo – all’altra persona di sedersi al suo fianco e di farsi con lui il viaggio sino a Milano, dove ha scelto di proseguire la fuga “in proprio” e sempre stando alla guida del veicolo e cioè avendo scaricato il prigioniero sulla pubblica via. A distanza di 16 giorni dall’accaduto, ed in ultimo, è finito con i ferri ai polsi. No, non a Milano e nemmeno nel Norditalia; a Zurigo, avendo nel frattempo tentato di perpetrare altre due rapine. E per caso, per sorte, per fortuna.
Non semplice l’orientarsi tra i fatti e tra le date, trattandosi di un caso sviluppatosi in più luoghi e con più atti ma nel corso d’un periodo breve. Diciamo dunque che il malvivente ha 42 anni, è soggetto privo di fissa dimora, ha cittadinanza croata ed appartiene a specifica etnia. Vicenda numero uno: mercoledì 2 giugno, Chiasso, ore 20.00 circa, ed ecco il fatto descritto, bersaglio un residente nella zona; nessuna notizia si ha circa le sorti dell’auto, qualche domanda ci si può invece porre sull’essere costui riuscito a sfilare tra le maglie dei controlli in frontiera, forse con transito da valico minore impresidiato; ma un mese fa, in Italia, era ancora tempo di coprifuoco sanitario alle ore 23.00, elevato dunque il rischio di “sforamento” ossia di incappare in qualche controllo di polizia. Vicende numero due e numero tre: doppia tentata rapina, in località che viene sottaciuta nell’odierna informativa da fonti di Polcantonale e ministero pubblico, nella giornata di sabato 5 giugno. Vicenda numero quattro: mentre il cerchio attorno al delinquente si stava stringendo, e ciò anche nel segno della collaborazione tra autorità di Italia (Questura di Milano) e Svizzera (“Centro cooperazione di polizia e doganale” in Chiasso, Polcantonale Ticino, Polcom Chiasso), il 42enne viene fermato a Zurigo da agenti della Polcom, che rilevano una situazione di soggiorno illegale da parte del soggetto; siamo a venerdì 18 giugno, che cosa sia accaduto nel frattempo non è dato sapere, sta di fatto che al momento dell’identificazione spunta sul tavolo un fascicolone contenente gli accertamenti di indagine già esperiti e dai quali risulta con cristallina evidenza che trattasi del criminale ricercato per i reati sommariamente descritti. Seguono l’estroflessione di solide manette e l’accompagnamento a dignitosa struttura carceraria.
Per quanto riguarda gli accadimenti su suolo ticinese, non potendosi escludere la responsabilità o la corresponsabilità del 42enne in altri episodi delittuosi, “dossier” nelle mani del capoprocuratore pubblico Arturo Garzoni; fra le ipotesi di reato figurano la rapina aggravata e ripetuta, il sequestro di persona, l’infrazione alla Legge federale sulle armi, il furto e persino la grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale. Già: tra l’altro, il sequestratore rapinatore intimidatore era anche privo di legittimazione alla guida di veicoli a motore; nella questione, il meno ma non poco.