(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 20.23) Ieri, come da previsione, il superamento della soglia di 400 vittime dall’inizio della pandemia. Oggi, egualmente come da previsione perché nei modelli matematici non è rara la congruità sui dati, il superamento della soglia di 300 nuovi ricoverati, intendendosi per “nuovi” i soggetti che si trovano ora ospiti di strutture nosocomiali quale conseguenza primaria o secondaria della cosiddetta “seconda ondata”. No, non aspettiamoci notizie rasserenanti, perlomeno nel breve periodo di questa era che il “Coronavirus” domina nella cronaca e nella testa delle persone, troppe le famiglie colpite, troppi gli amici che si perdono; e si deve prendere atto, nel transito da ieri all’alba di oggi, di altri sei decessi ossia 407 nel complesso e dicansi 351 tra inverno ed inizio estate e 56 tra fine estate ed ora, su linea che nulla sembra riuscire a spezzare. Ben 323 i nuovi positivi, 10’712 in tutto; e siamo ormai al ribaltamento delle proporzioni, un terzo nella prima fase e ben due terzi nella seconda.
Crescono, sì, i pazienti in dimissione: sono 20, un piccolo primato che ci racconta indirettamente quale sia la qualità della risposta in sede ospedaliera; ma nell’arco delle stesse 24 ore ecco registrati 35 nuovi ricoveri, uno ogni 40 minuti all’incirca, altro picco e valore preoccupante; non solo, ma nell’8.25 per cento dei casi si parla di terapia intensiva, 25 i degenti fuori dal reparto ordinario. Aggiornata, ed è buona cosa, anche la statistica sulle persone in isolamento e su quelle poste o postesi in quarantena: 1’405 e 2’950 rispettivamente. Fermo invece a quattro giorni or sono il computo dei tamponi effettuati: su una media di 1’200 circa ogni 24 ore, al 30 per cento i positivi riscontrati.