Densa di rarità lessicali è la lingua italiana, computandosi mill’anni abbondanti dai “Placiti di Capua” che convenzionalmente sono assunti quale base del novello volgare; densa, ma non tale da sdoganarsi la qualunque. Valgano dunque verbi quali obtrettare e obiurgare, e per azione di recupero si potrebbe financo ammettere un naturale obsolescere; ma ci spiegano, quelli del “Credit Suisse”, dove hanno pescato questo “ostringere” che dilaga in campagne pubblicitarie? E dicano: possibile che, dopo il copia-e-incolla da “costringere”, nessuno si sia accorto della riduzione forzata di tale verbo sino a che esso fosse reso inintelligibile? E come si sentirebbero, per dire, se si parlasse di loro come “Redit Uisse”?