Sabato, al secondo turno dell’hockey di Terza lega (gruppo 1-est), devastante per entità il successo conseguito dal Cramosina sul ghiaccio del Chiasso2: 31-2 il punteggio, addirittura 10-0 nel primo periodo e 16-0 nel terzo, in pista entrambi gli Isabella (Giuseppe detto “Joey”, sempre nella memoria dei tifosi Ambrì per un goal-salvezza in massima serie, e Claudio solitamente allenatore), Paolo Calanca schierato tra gli uomini di movimento anziché nel consueto ruolo di portiere ed autore di una tripletta, messe di punti per i vari Damiano Luraschi (in doppia cifra, cinque reti e cinque assist), Damiano Piccoli ed Aaron Azzali e Benny-Ben Beneventi, bersagli centrati sia in “power-play” sia in “shorthanded”; 58 punti cumulati tra goal più assist in prima più assist in seconda. Già all’esordio, sette giorni prima, gli uomini del presidente Michele Clerici avevano menato strage con un 19-0 sul Locarno schieratosi, ad onor del vero, in organico liofilizzato.
50 goal in due partite, insomma; e qualcuno potrebbe pensare che si tratti di un’inutile prova di forza e di uno stolido accanimento sulla vittima designata, potendosi sin da ora sommariamente stabilire quali sono e saranno le gerarchie nel torneo. In realtà, quei numeri a favore “servono”, nel senso che in ultimo esse possono determinare le posizioni apicali da cui dipende l’eventuale accesso alla “post-season” per la promozione; e ad altri livelli si è già visto quanto incidesse una differenza-reti. Morale: una squadra – già forte, indiscutibilmente forte; nell’assai problematica annata scorsa fu suo il successo – si trova “costretta” ad… andar giù pesante anche quando nessuno vorrebbe infierire. Esistono soluzioni alternative? Una di sicuro: l’introduzione della “mercy rule”, come avviene nel baseball in caso di manifesta superiorità, nel momento in cui tra l’una e l’altra squadra sussista uno scarto – diciamo – di nove goal e l’allenatore della compagine soccombente dica che così basta, non è il caso di insistere. Al computo finale, ogni vittoria conseguita in nome della “mercy rule” avrebbe un valore specifico e sarebbe da considerarsi quale criterio prevalente rispetto alla stessa differenza-reti. Volendosi proprio rispettare i tempi, potrebbe emergere anche una formula mista: applicazione della “mercy rule” dal momento in cui essa venga richiesta, determinazione di un 5-0 quale risultato “ufficiale” e da consegnarsi agli archivi, prosecuzione dell’incontro come se nulla fosse accaduto in modo che le statistiche individuali non risultino penalizzate. Se ne guadagnerebbe in spirito sportivo, in dignità dell’hockey ed in termini di rispetto dell’avversario che oggi ti sta di fronte, domani potrebbe essere tuo compagno, ed in ogni tempo è uno con cui stai condividendo passione e sudore.