(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 11.34) Si intride di lacrime, di dolore e di paura la Pasqua che è emblema della speranza; nulla e nessuno il Covid-19 rispetta, davanti a nulla ed a nessuno esso si arresta. In tempo di Resurrezione del Cristo, nell’arco delle ultime 24 ore altre 15 sono le vittime ticinesi per complicanze dovute al “Coronavirus” o da esso sospinte; altre 15, riscontro che ci fa ripiombare tra i dati del periodo “acuto”, dopo l’illusorio rallentamento – e come tale lo si era sospettato, e come tale lo si era descritto – dei giorni scorsi, sempre sotto la doppia cifra e sino ai due soli morti (due soli, sempre due di troppo) registrati ieri. In totale, stando ad evidenze ufficiali che non necessariamente rispecchiano (ma per difetto) la situazione reale nel territorio, in 34 giorni da martedì 10 marzo – quando fu annunciato il primo decesso – sono 244 i casi esiziali. E non si arresta nemmeno l’onda dei nuovi contagi: altri 51, per un totale di 2’869 (di cui, per l’appunto, l’8.50 per cento non salvatosi), con preoccupante avvicinamento alla soglia dell’un per cento della popolazione. 18, invece, i dimessi da strutture ospedaliere tra le ore 8.00 e di ieri e le ore 8.00 di oggi, con saldo a quota 511 ovvero nella misura del 17.81 per cento sul numero dei contagiati.