(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 10.32) Le auto, o una parte di esse, erano hinten Lyzeum vorne Museum; ma imbellettate anche davanti, sicché l’acquirente – putacaso in lui fosse sorto un microdubbio – si sarebbe arreso davanti all’evidenza dei documenti. Esplode ed investe in pieno il “Gruppo Cadei”, realtà operante nel commercio di veicoli multimarca con tre sedi su suolo ticinese (Mendrisio, via Vignalunga; Cadenazzo, via San Gottardo; Grancia, via Cantonale), sulla scia delle perquisizioni e degli interrogatori e del sequestro di materiali secondo attività svolte ieri da effettivi della Polcantonale: quattro persone, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti, sono difatti poste in stato di fermo quali presunte responsabili di reati quali truffa per mestiere (in subordine, truffa semplice), falsità in documenti, abuso delle targhe ed abuso delle licenze. All’attenzione degli inquirenti un 62enne italiano residente nel Mendrisiotto, una 24enne italiana residente nel Mendrisiotto, un 35enne svizzero abitante nel Luganese ed una frontaliera 35enne dalla provincia di Como.
Il caso, per quel che è dato sapere, verte sul perno di una serie di omissioni funzionali ad occultare l’effettiva prima immatricolazione di vari mezzi in vendita. Insomma, il tarocco più noto nel “giro” delle concessionarie in cui si annidi un furbetto: prendi un’auto, nei documenti ti “dimentichi” di riportare quale sia stata la data reale della prima immatricolazione effettuata all’estero, e basta che ti venga l’uzzolo di far sparire un foglio nel tritarifiuti; al potenziale cliente, al compratore che un’esigenza ha (l’auto), e che porta denaro buono cioè in corso legale, ci si guarderà bene dal riferire le cose in termini compiuti, sicché il veicolo giunto su suolo svizzero per importazione ritorna vergine; a parlare sarà sempre e soltanto una licenza di circolazione dai contenuti cristallini, come no?, in fondo si tratta soltanto di un peccatuccio di omissione, peraltro condiviso – così viene ipotizzato – con altri e dunque un tantino più lieve, dipende dai gradi di responsabilità.
Da quanto emerso, grazie anche agli operatori della Sezione circolazione, alcune situazioni risultano gravi: si consideri il deprezzamennto dei mezzi, si considerino i controlli di sicurezza. E si consideri, infine, la sorpresuccia dell’essere quei veicoli fuori garanzia di fabbrica. Oh yes: “Garanzie di fabbrica non più in essere al momento dell’acquisto”. Prova a finire in “panne” mentre stai viaggiando a distanza di qualche centinaio di chilometri dalla Svizzera, e poi discutiamo. Preoccupanti, nella vicenda il cui “dossier” sembra gonfiarsi di ora in ora davanti agli occhi della procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti, due ultimi aspetti. Primo, ed è dichiarazione ufficiale: “Numerosi i casi sospetti, accertamenti da eseguirsi nei prossimi giorni”. Secondo, ed è un appello pubblico: istituita una “linea verde”, vera e propria “helpline” emergenziale, al numero 0840.117112, valida sino a venerdì 7 febbraio ed operativa dal lunedì al venerdì fra le ore 7.00-20.00; a questo servizio, evitando di intasare i centralini di ministero pubblico e “117” e Sezione della circolazione, potranno rivolgersi coloro che pensino di essere stati danneggiati; utile riferimento, a tale proposito, il fatto che entrano in linea di considerazione i veicoli nella cui carta grigia, al punto 24, figura una “(…) approvazione del tipo” con sigla alfanumerica “1X…” o “2X…” o “3X…” o “6X…” (esempio fornito: 1XS679). Perché, se quella è la vostra condizione, non vi si invidia proprio per nulla.