La sensazione di un trucco da vecchia “doppia contabilità”, da una parte quella ufficiale e dall’altra quella in sovraffatturazione, all’origine dei due arresti effettuati nelle scorse ore da agenti della Polcantonale in esecuzione di provvedimento emesso dal ministero pubblico nell’àmbito di un’inchiesta sul “factoring” in àmbito del trattamento di rifiuti. In manette sono finiti un 48enne italiano ed un 41enne svizzero, entrambi con domicilio nel Luganese; per il tramite di un’importante azienda operante proprio nella gestione e nello smaltimento di materiali residui, i due sarebbero riusciti ad orchestrare ed a sviluppare una truffa – e di truffa, oltre che di falsità in documenti, parla il “dossier” nelle mani della procuratrice pubblica Chiara Borelli – ai danni di una società specializzata nella riscossione dei crediti, facendo aggio sulle fatture scontate in “factoring” (cioè in anticipazione di una percentuale su quanto i clienti avrebbero pagato in seconda battuta, alla scadenza dei termini delle fatture medesime) ma con “realtà debitorie di fatto alterate”, e cioè con una duplicazione delle fatture sicché la cifra da incassarsi risultava largamente superiore a quella reale. “Ingenti”, nell’anticipazione fornita dal ministero pubblico, le cifre che sarebbero state percepite grazie a questo meccanismo.