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Cantone: “deficit” più… gonfio, nasi turati ma il Preventivo passa

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Una cosa positiva c’è: anche a sfregino di quanti avevano profetizzato un protrarsi inconcludente dei veti incrociati, ché magari Palazzo delle Orsoline sponda Legislativo non è un mostro di efficienza ma ‘sto sport di sparare ogni giorno a palle incatenate sa di stucchevole sempre e di eterodiretto petulante più di qualche volta, per giungere all’approvazione del Preventivo 2026 del Cantone gli onorevoli granconsiglieri hanno impiegato un pezzo del lunedì ed il pomeriggio “lungo” (cioè sino a sera inoltrata) del martedì, discorso chiuso e dunque niente rischio di esercizio provvisorio, niente incarognimento trasversale ed incrociato e presumibilmente nessun problema, nel prosieguo, circa il portare a compimento l’ordine del giorno o almeno quello che dell’ordine del giorno ha un peso (vedasi la questione del tram-treno, con richiesta di finanziamento supplementare per 87 milioni di franchi). Se questo sia poi il documento finanziario più bello del millennio, giudichino i cittadini: tra una cosa e l’altra il “deficit” ipotizzato si stiua ora a 108.9 milioni di franchi contro i 97.4 su cui era stata aperta la sessione di lavori, avendo avuto luogo in particolare lo stralcio del taglio ai sussidi per i premi di assicurazione malattia secondo paletti piantati nel terreno da parte significativa dello schieramento sulla sinistra dell’aula; restano poi in sospeso i discorsi legati all’applicazione di qualcosa che in verità è stato deciso – piaccia o non piaccia – in sede di consultazione popolare; di più, il “via libera” ad un testo di tale importanza è maturato con scarsa o nulla convinzione da più della metà dei deputati.

Per quanti si fossero posti solo adesso in collegamento, e pertanto – fortunelli… – essendosi risparmiati l’onda dei pregressi, si ricorda qui che sul Preventivo 2026, sino a sette giorni addietro, erano vigenti quattro rapporti, ossia uno di maggioranza sull’asse Plr-neocentristi giàp, uno della Sinistra, uno della Lega dei Ticinesi ed uno dell’Udc; il rapporto di minoranza dell’Udc era stato ritirato in corso d’opera, contestualmente alla convergenza su quello dei leghisti; ad ogni buon conto, nessun testo godeva di 46 consensi su 90. Svolgimento: grazie al… non luogo a procedere sui predetti tagli ai sussidi, da gran parte della Sinistra è giunta la disponibilità al restare alla finestra; per parte loro, lib-rad e postpipidini hanno negoziato il negoziabile e raccolto il raccoglibile, qualche consenso tra coloro che in precedenza oscillavano tra il dubbio e l’orientamento all’astensione, qualche contributo dalle formazioni numericamente meno rappresentative. Leghisti ed udicini hanno fatto repubblica a sé, com’era nel loro diritto e, a questo punto, anche nel loro dovere, trovandosi sul fronte del “no” in compagnia di PiùDonne, Partito comunista e “Movimento per il socialismo”; non un’alleanza, per carità, ma almeno la plastica rappresentazione della “coincidentia oppositorum” teorizzata da Niccolò Cusano. Sicché: favorevoli, 38; contrari, 28; astenuti, 14. Gli altri, assenti o per stanchezza o per strategia o perché avevano capito da un pezzo quale sarebbe stato il giro del fumo.

Ed ora, confidare: nel senso proprio del non far più un passo più lungo di quel che la gamba consente, in un atteggiamento più prudente quanto a spese rinviabili e senza che da ciò venga pregiudizio ai diritti dei cittadini, in un’annata straordinaria per la “Banca nazionale svizzera” e quindi per i riversamenti ai Cantoni, insomma in tutto quello che, di solito, permette di limare i disavanzi. Chiamasi “riequilibrio finanziario”, dicono; in fondo, si tratterebbe di risparmiare 300’000 franchi il giorno, tutti i giorni, festivi compresi.