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Filo di nota / La pista ciclabile c’è. Ma al turista piace il rischio (altrui)

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Rispettosi dei turisti come siamo, e disposti anche a concedere ai visitatori qualcosa di più rispetto a ciò che riserviamo a noi stessi intesi quali indigeni, circa i duoruotisti non motorizzati o parzialmente motorizzati dai comportamenti eterodossi ci siamo tenuti dentro il groppo per un’intera estate, pur avendo visto decine di situazioni consimili. Oggi, mentre si era dalle parti dell’aerodromo di Locarno-Gambarogno frazione Magadino e meglio sulla direttrice tra rotatoria a monte e bivio della Cantonale (a sinistra per Bellinzona, a destra per Dirinella), ci siamo detti che stavolta non ci sarebbero stati stanti e che pertanto avremmo tradotto in testo ed in immagine un esempio così eclatante di rifiuto delle regole di civile convivenza. Ore 13.25 circa: davanti a noi – costretti peraltro a sopportare l’altrui atroce non velocità sui pedali, peraltro con palpabile rischio di collisione – due ciclisti; sull’altro lato della strada, un percorso riservato ai dueruotisti medesimi e che per larghezza potrebbe dare alloggio ad un autoarticolato fuori sagoma. Domanda: a quando i cartelli – suggerito un formato da manifesto elettorale – con l’indicazione di un obbligo inderogabile all’uso della pista ciclabile in quel tratto così come in altre zone “sensibili” del territorio cantonale? Perché è giusto il chiedere educazione ai vetturali, sissignori; ma laddove tutto è stato fatto secondo regola…