Home CRONACA Pedopornografia, «ti abbiamo stanato». Occhio: è un’altra truffa

Pedopornografia, «ti abbiamo stanato». Occhio: è un’altra truffa

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Se nella casella della posta elettronica avete ricevuto stamane una letterina firmata da Nicoletta Della Valle, con minaccia di arresto immediato a meno che abbiate valide giustificazioni per l’avvenuta visione e financo per la conservazione di filmati pedopornografici, avrete già capito trattarsi dell’ultima truffa in ordine di tempo (o della penultima, o della terz’ultima: vai a sapere, questi sono delinquenti magmatici) secondo modalità informatica. Nel caso invece siate rimasti sorpresi e non abbiate percepito all’impronta, vi si tranquillizza qui: è il solito tentativo di carpire vostre informazioni sensibili, l’invito a “fornire spiegazioni” serve solo per aprire una porta e per mettervi sotto pressione. Obiettivo, sempre il solito: spillare quattrini.

Dell’essere la missiva un tarocco mostruoso ci si accorge del resto a prima apertura (fatto curioso: il “file” è in formato .png, uno di quelli adottati come “standard” per le foto). Detto di transenna che, per prendere contatto con un criminale, Nicoletta Della Valle ed i suoi usano di certo strumenti diversi e che in ogni caso la direttrice (futura “ex”) della Fedpol ha qualcosa di più importante da fare, sulla lettera manca la data ed il “concerne” è articolato su una “azione penale” per “pornografia infantile”; il testo giunge chiaramente da una traduzione automatica forse appena appena raccordata con qualche conoscenza della lingua italiana; vari passaggi risentono tuttavia dell’essere prodotto di scopiazzature, come nella frase “(…) in caso in caso di inosservanza, rapporto al procuratore generale della Confederazione del Confederazione del Svizzera”, e così cantando, Quintalate di timbri e di bolli ed autoattestazioni in nome di ogni possibile ente (dalla Confederazione svizzera all’Europol alla Fedpol; nell’enfasi, un marchio a stella è rimasto persino adespota, cioè privo di identità e di padrone…) aggiungono solo un’imbiancatura di non credibilità; sparati a caso, infine, gli articoli citati da Codice di procedura penale.

Sul da farsi nemmeno servono consigli: cestino, eliminare, e magari dare una passata di “polish” con antivirus ed “antispyware” perché non si sa mai (c’è stato, in effetti, qualche “malware” annidato proprio nei “file” di tipo .png). A margine: non funzionerà in 998 casi su 1’000, ma ai malfattori interessano non i 998 tentativi rimasti infruttuosi ma i due in cui si genera un dialogo e dal dialogo, state certi, qualcosa i vostri interlocutori vorranno ad ogni modo ricavare. In immagine, il frontespizio della lettera.