Come e quanto sono diverse le percezioni, nevvero?, circa le cose avvenute: c’è chi si dimentica di ripagare un debito, per esempio, e càpita che il creditore sia costretto ad inseguirlo. Probabile che nemmeno si ricordasse più d’esser stato a Comano, intorno alle ore 3.24 di martedì 22 ottobre 2019 e non si trattava propriamente d’una gita di piacere, il tizio tratto in arresto nei giorni scorsi a Basilea sull’asse di una “fattiva collaborazione” – così nella nota ufficiale – tra Polcantonale Ticino e Polcantonale renana; trattasi difatti di uno degli autori del furto con scasso che con fragore fu tentato, giust’appunto nella citata data, ai danni di un apparecchio “Bancomat”. Uomo, 30 anni, passaporto moldavo, residenza in Moldavia, delinquente abituale per quel che si sa ormai; aveva con sé qualche complice, si dileguò dopo che a gran botto non corrispose nemmeno un ghello, il mandato di cattura era stato spiccato dopo “complesso lavoro di indagine”, che cosa il soggetto facesse a Basilea poco interessa ma si è propensi a valutare un suo interesse verso altre ovvero contigue attività criminali. Ipotesi di reato già messe nero su bianco nel “dossier” di cui è titolare la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis: furto aggravato con scasso e commesso in banda e per mestiere, danneggiamento, esplosione, uso delittuoso di materie esplosive o gas velenosi, fabbricazione, occultamento e trasporto di materie esplosive o gas velenosi ed esposizione della vita altrui a pericolo.