Hanno perso l’equivalente di buoni 120’000 franchi, controvalore di due “Rolex” per vendere i quali si erano sciroppati un viaggio di 9’000 chilometri all’incirca da Seul a Como, i due sudcoreani incappati nella classica truffa da “rip deal”, beni preziosi in cambio di contanti che stanno dentro la valigetta poi escono dalla valigetta poi tornano nella valigetta, e durante le operazioni di conta del “cumquibus” scatta il solito trucco dell’unica banconota vera sopra una mazzetta di banconote false, L’episodio, di cui hanno riferito i colleghi del quotidiano “La Provincia di Como”, alcuni giorni addietro in un albergo a breve distanza dal centro: distinti i venditori, distintissimi i compratori, trattative condotte via InterNet dopo annunci pubblicati su siti specializzati per collezionisti, transazione ovviamente al riparo da occhi indiscreti. Una volta completato il pagamento, ed a far tanto saranno stati 13 pezzi veri da 100 euro sopra 99 foglietti nemmeno buoni per la gabbia del canarino, “Rolex” intascati e truffatori involati. Per tipologia di orologi e per “modus operandi”, da non trascurarsi l’ipotesi di connessioni con altri colpi perpetrati al di qua del confine.