Non ci regalerà un altro colpo con la sua stecca (sette titoli nazionali nel biliardo), non ci mostrerà un altro dei suoi numeri. Da questo mondo, senza rumore perché il fragore non gli si addiceva, si è congedato ieri Alfonso Paganetti, locarnese, 78 anni, per tutti il “Mago Fantasios”, personaggio dalle mille vite e dalle mille esperienze ed autentico artista del palcoscenico; il decesso a Tenero-Contra frazione Tenero, in una struttura residenziale per anziani che era diventata da tempo la casa di un personaggio poliedrico, mai banale, raramente visto in stato di irritazione, spesso sottovalutato benché i titoli parlassero per lui e per la sua compagna Sylvie, presenza essenziale sul palcoscenico.
Appassionatosi alla prestidigitazione, Alfonso Paganetti fu allievo di Henk Vermeyden in Olanda ed a quella scuola comprese che la magìa – anziché la professione di tornitore meccanico, titolo di studio peraltro rivendicato anche con orgoglio – sarebbe stata fonte di soddisfazioni e di reddito; nell’arco di almeno 40 anni una carriera solida e fatta di apparizioni tanto in Svizzera quanto all’estero, soprattutto negli Stati Uniti. Un mazzo di carte e via; di molti giochi che oggi vediamo in tv egli fu, se non ideatore, almeno fra i primi interpreti. La notorietà internazionale era venuta con il successo ai “Mondiali dei prestigiatori con animali”, nel 1979, a Bruxelles; questo non privava Alfonso Paganetti del piacere di condividere un paio di minuti (“Dai, ti faccio una cosina così”) con gli amici a tavola, per esempio, ed a volte il paio di minuti diventava una sessione di abilità sciorinata sotto gli occhi di chi, pur a conoscenza delle capacità dell’artista, non poteva non stupirsi. Niente “allure”, niente supponenza, niente ostentazione; e forse questo, proprio in Ticino, costò ad Alfonso Paganetti qualche grado di considerazione. Fra le esperienze, anche la direzione del “Variété” ad Ascona, una trentina d’anni addietro.