Home ESTERI Usa: Donald Trump ferito ad un comizio. Due morti, tra loro l’attentatore

Usa: Donald Trump ferito ad un comizio. Due morti, tra loro l’attentatore

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 15.59) Donald Trump, 78 anni, già presidente degli Stati Uniti dal 2017 al 2021 ed in corsa per strappare la Casa Bianca al democratico Joe Biden nel prossimo quadriennio, è sopravvissuto ad un attentato mentre ieri pomeriggio – ore 18.10 locali, le 0.10 di oggi in Svizzera – stava tenendo l’ultimo comizio della campagna pre-investitura al ruolo ufficiale per i Repubblicani. Più colpi (forse una decina) di arma da fuoco sono stati esplosi in direzione del “tycoon” che da circa un quarto d’ora era sul palco in un’area industriale a Butler, centro di circa 14’000 abitanti a 55 chilometri da Pittsburgh in direzione nord, capoluogo dell’omonima contea in Pennsylvania; Donald Trump è stato raggiunto da un proiettile diretto alla sua testa e che gli ha perforato l’orecchio destro; i colpi sono stati invece letali per uno dei suoi sostenitori; altri due uomini nel pubblico sono rimasti feriti in modo grave e le loro condizioni sarebbero critiche.

L’autore dell’attentato è stato individuato ed ucciso appena 42 secondi dopo l’ultimo sparo: si tratta di Thomas Matthew Crooks, 20 anni, cittadino statunitense con residenza e studi – sino al diploma di scuola superiore – a Bethel Park, cittadina distante 65 chilometri da Butler in direzione nord. Il giovane, risultato essere iscritto negli elenchi elettorali dei Repubblicani ma che in un messaggio video lasciato sulle reti sociali aveva dichiarato odio profondo per il Grand old party e per Donald Trump in particolare, ha sparato con un fucile semiautomatico sul modello del noto Ar-15, dalla distanza di meno di 150 metri e stando sdraiato sul tetto piano di un’azienda per l’imbottigliamento di bevande, dunque fuori dal perimetro del comizio ma in posizione inspiegabilmente trascurata durante le ordinarie operazioni di bonifica preventiva dei luoghi; risolutivo l’intervento di un cecchino del “Secret service”. L’identità di un secondo soggetto, trascinato via dalla zona immediatamente prossima al podio, non è stata resa nota; al momento non viene nemmeno esclusa l’ipotesi della presenza di un complice effettivo del “killer”.

L’attentato è stato visto in diretta da decine di migliaia di persone che erano sintonizzate su canali televisivi locali o che seguivano il discorso in “streaming” via InterNet: Donald Trump ha d’improvviso portato la mano destra sullo stesso lato della testa e si è sùbito dopo abbassato di scatto, trovando riparo nella parte inferiore dell’ambone; quando è riemerso, e mentre attorno a lui si affollavano vari membri della sicurezza, il candidato repubblicano aveva ben visibile sulla guancia le striature da perdita di sangue ed è apparso smorto in volto e frastornato ma nel volgere di pochi secondi ha reagito, mostrando un braccio teso e con il pugno chiuso e scandendo per tre volte uno dei suoi “slogan” preferiti (“Fight, fight, fight”, ossia “Lottare, lottare, lottare”) all’indirizzo della folla. Un altro saluto, di nuovo con estensione del braccio sopra il capo, Donald Trump ha rivolto circa 30 secondi più tardi issandosi sul predellino dell’auto appena prima di scomparire all’interno dell’abitacolo sotto protezione delle squadre di sicurezza affiancate da militari in cordone sanitario e da elementi dei Servizi a formare un corridoio umano; a seguire, in regime di massima priorità, il trasferimento verso il locale “Butler memorial hospital” per il primo trattamento sanitario e per i controlli.

Rassicurazioni sullo stato di salute di Donald Trump sono venute sia dai congiunti, sia dal portavoce della campagna elettorale, sia dallo stesso candidato. Molti i messaggi giunti da autorità, da politici e dalla società civile; Joe Biden ha telefonato di persona ed ha dialogato con l’avversario, interrompendo un gelo che durava da anni. Già a toni da codice rosso la polemica sui livello di sicurezza; non a caso, per la “convention” dei Repubblicani che è in calendario da domani e per quattro giorni nel cuore di Milwaukee, Stato del Wisconsin, è già in corso una revisione complessiva del dispositivo di protezione, con l’invio di centinaia di altri agenti a supporto del già consistente gruppo incaricato di gestire l’ordine e la sicurezza sia al “Wisconsin entertainment and sports center” (noto anche come “Fiserv forum”) sia al “Wisconsin center district”, sedi dell’appuntamento, sia nel resto della città.