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Turismo “diffuso” in Valle di Blenio, Acquarossa ci spera

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L’ipotesi: un centro turistico-alberghiero in forma di ospitalità “diffusa”, secondo formula “innovativa” (e quanto essa sia innovativa si verrà a sapere solo fra qualche mese, in coincidenza con la presentazione del progetto particolareggiato), a saldatura tra nuovo ed antico. Da iersera, su approvazione in sede di Consiglio comunale ad Acquarossa, in campo ufficialmente l’operazione che dovrebbe condurre un gruppo di promotori (locali; li rappresenta il fiduciario Lino D’Andrea) a realizzare il “Sun village”, denominazione scelta in funzione dell’essere questa la Valle del Sole, Comprovasco-Ganina l’area interessata; già convinta l’autorità municipale, che per voce del sindaco Odis Barbara De Leoni chiarisce di aver ricevuto “varie proposte” e che questa è parsa “la più concreta ed attuabile, nulla a che vedere con i progetti presentatici in passato e che facevano leva soprattutto sull’aspetto termale” (fatterello marginale ma per certi versi curioso, ad esprimere un “placet” in sede di prima analisi erano stati proprio i membri della Commissione terme).

Primo passo nel programma operativo, così stanti le cose, è la sottoscrizione del diritto di compera sul capitale azionario della “Centro turistico Acquarossa Sa”. Quanto al modello operativo, “si tratta non più di costruire un grande edificio, ma tante singole strutture a basso impatto ambientale” ed in grado di generare “continuità fra le abitazioni del nucleo di Comprovasco e gli edifici scolastici”. Realtà che sono lì, per l’appunto, e che al pari dell’utenza generale godranno di un servizio in più nelle forme della piscina coperta, struttura che all’interno del “Sun village” sarà affiancata – tali le anticipazioni – da un albergo di medie dimensioni con strutture per il benessere (saune, piscine, zone “fitness”, zone massaggi, et cetera) e da vari stabili costruiti in legno ed in pietra. Da qui in avanti, proprio per l’essere tale progetto in fase di sviluppo, ci si può affidare solo al raccontato: in tali immobili saranno disponibili appartamenti per affitto o per acquisto, tutti “legati all’albergo”, a formazione di una “sorta di quartiere” con suddivisione in nuclei e piazze. A rigor di ragionamento di Alessandro Bassani, architetto, “le piazze diventeranno luogo di incontro fra turisti e popolazione residente, e qui potranno inseiarsi ristoranti, piccole attività commerciali, parchi-giochi, negozi per il noleggio di biciclette ed “infopoint” turistici”. Si sottolinea: “Potranno”, perché questo somiglia assai all’estremo dell’orizzonte immaginabile, anche se interventi dalla natura simile furono realizzati – e funzionano, s’intenda – in altri contesti; si pensi, in particolare, al recupero di intere frazioni sulle colline toscane, con vero e proprio insediamento di villaggi turistici sotto egida di immobiliaristi germanici e per una clientela (comproprietaria) tedesca. In tal senso Elia Frapolli, già direttore di “TicinoTurismo” e poi in candidatura al Consiglio di Stato ed ora rifluito nel ruolo di consulente turistico, mette avanti le mani: “Per vivere, il villaggio avrà bisogno della valle”. Esplicazione: “Le piazze potranno diventare realtà e vivere solo grazie alla partecipazione degli imprenditori locali e della popolazione”. Il che vuol dire, in sostanza, struttura alberghiera più appartamenti contigui ed a fianco di un nucleo abitato in territorio “al momento carente di strutture ricettive”, come indica Lino D’Andrea, convinto della tesi secondo cui, per quanto destinato agli ospiti, il nuovo quartiere “andrà innanzi tutto a beneficio degli abitanti della zona e degli operatori turistici”. I quali, sempre secondo i piani, disporranno i una piattaforma informatica versione “Airbnb della valle”, probabilmente in aggancio con identità già note quali il “Centro sci nordico” ed il “Centro Pro natura” al Lucomagno, ed altri.

Tutti discorsi in divenire: si sa. Non pochi gli interrogativi, non pochi i dubbi.