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Truffa del “falso incidente”, dal Ticino a Como per far arrestare il malvivente

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Erano sotto pressione, drammaticamente sotto pressione; ma questo non ha impedito loro di trovare la lucidità per porsi un dubbio, entrare negli uffici della Questura di Como, spiegare la situazione e sventare il colpo a loro danno. Gran merito di un 83enne e di una 69enne se nel pomeriggio di ieri, martedì 3 settembre, un 36enne polacco è stato tratto in arresto – concorso in truffa aggravata l’addebito principale: c’è la flagranza di reato, il soggetto risulta incensurato su suolo italiano – per l’appunto nel capoluogo lariano durante quello che sarebbe stato l’ultimo atto dell’ormai canonico assalto alla diligenza per tramite di una telefonata-“choc”: l’83enne e la 69enne, cittadini italiani domiciliati a Sant’Antonino, erano stati infatti raggiunti dalla falsa notizia di un incidente con esito mortale e causato dalla figlia della coppia; adombrato il rischio di un’immediata traduzione in carcere, a men che fosse stata versata una sorta di cauzione da 50’000 euro in contanti o in equivalenti.

Secondo la versione ufficiale, l’83enne e la 69enne si sono dunque precipitati a raccogliere quel che trovavano in casa e/o nelle disponibilità: orologio placcato in oro da 1’000 franchi sicuri, circa 14’000 franchi in banconote, due fedi nuziali in oro, due anelli, una collana in oro ed un paio di orecchini; prima di o anziché recarsi all’appuntamento loro indicato in un punto di via Italia Libera, dove sarebbero stati raggiunti – così le indicazioni fornite da una telefonista – da un agente della Polizia di Stato per la consegna di quanto necessario ad evitare le manette alla congiunta. Due parole allo sportello di accoglienza della Questura, che è lì a due passi e forse la cosa era sfuggita agli ideatori del piano criminale, ed ecco scattare il dispositivo di… vigile attesa dei truffatori; l’emissario si è in effetti presentato, proprio con le caratteristiche (“Uomo alto, abiti chiari, corporatura robusta”) che la telefonista stava nel frattempo descrivendo alla 69enne, sempre in contatto diretto. Immediato l’accerchiamento da parte delle forze dell’ordine; il 36enne polacco, cui si augura una condanna ai massimi previsti nel Codice penale, non ha avuto via di scampo.