Se sul camion hai un problema di struttura, che fai? Lo ripari o lo fai riparare, dice la logica, prima che si disfaccia sotto i pedali. Macché: c’è sempre il genio che tira fuori la saldatrice del cugino e prova a rimediare alla sanfasò, in qualche modo i pezzi staranno poi assieme, no?; e, alla peggio del peggio, se le lamiere sono di colore grigio basterà spalmare un po’ di mastice sulla stessa tinta, più o meno, se guardi da distante quasi non t’accorgi della differenza. Così avrà opinato, prendendo un bel granchio che gli costa multa ed annotazione tra i reprobi, il responsabile dell’impresa di trasporti con sede in Tricoloria e sotto le cui insegne, giorni addietro, lungo le strade d’Elvezia era stato spedito un Tir carico carico carico di bottiglie d’acqua minerale, tra l’altro proprio l’ideale per causare danni al prossimo in caso di dispersione d’un paio di “pallet” sulla carreggiata, per dire; e magari vi siete trovati a guidare appena alle spalle di quell’autoarticolato in modalità motrice più semirimorchio, e non avete idea del rischio cui siete stati esposti, come dimostrato dalle verifiche esperite -. ne dà notizia oggi il portavoce della Polcantonale – al “Centro controllo veicoli pesanti” in quel di Giornico.
Facciamo un po’ di somme, via, seguendo il lavoro del personale ispettivo. Motrice ovvero trattore a sella: in sovraccarico per la misura del 4.1 per cento. Semirimorchio: larghezza massima pari ad “ics”, laddove per “massima” si intende proprio l’inderogabile, ed invece c’era merce in sporgenza per 10 centimetri, pensa tu che cosa s’inventano pur di sfruttare gli spazi anche laddove gli spazi non ci sono; su un passo ordinario da 240 centimetri, altro quattro per cento largo e, soprattutto, ancoraggio inadeguato delle palette. Struttura del semirimorchio: crepe e fenditure sul primo asse, crepe e fenditure sul secondo asse, crepe e fenditure sul terzo asse e finisce lì solo perché un quarto asse non c’era; delle saldature fatte con svogliatissimo personale avventizio da lavori socialmente utili (tale la sensazione), e ad ogni modo con quel tipo di giunzioni che si sfaldano solo che scappi uno starnuto a distanza d’un poligono; mirabolante poi il trucco della plastilina – o di un succedaneo della medesima – messa lì ad occultare il danno, mera copertura, banale “maquillage”, massimi contributi tecnici una passata di asciugacapelli per far seccare il materiale ed una levigatina con la carta vetrata, all’incirca. Nelle parole degli esperti, “difetti tali da compromettere la sicurezza” del Tir, e meglio in reiterazione: allo stato del semirimorchio non erano garantite “le condizioni minime di sicurezza”.
Conseguenze: a) blocco del semirimorchio; b) carico trasbordato (previa verifica) su mezzo sostitutivo al fine della prosecuzione del viaggio; c) aggancio del semirimorchio vuoto e trasferimento del medesimo sino alla sede della ditta di trasporti, con obbligo di riparazione (o di smaltimento, nell’eventualità. Ad ogni modo, che nessuno si sogni di rimettere su strada quel cassone così com’era); d) sanzione amministrativa, come indicato, all’azienda; e) multa al conducente, un 44enne con passaporto albanese e residenza in Italia. Oh, giustamente c’è anche il risvolto penale: a carico dell’autista, denuncia per grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale. Ed è già andata di lusso, a tutti.