(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 10.58) Un decesso in più, e fanno 40 in 38 giorni cioè dalla cesura posta fra quarta e quinta ondata pandemica, fotografa il Ticino del Covid-19 assai meglio della narrazione da “necessaria” convivenza con il virus; convivenza cui nulla si obietterebbe, se tuttavia venissero mantenuti – il che semplicemente non è – determinati comportamenti propri non già di un’emergenza sanitaria ma almeno dell’appartenenza al civile consorzio. Le vittime accertate dall’inizio del computo salgono a quota 1’169; in ascesa anche i nuovi contagi sull’arco delle 24 ore, ben 339 i casi, totale 143’889 di cui 28’186 nella fase corrente. Stabile a 111 posti-letto occupati l’evidenza sui degenti ospedalieri per “Coronavirus”; 108 i pazienti in reparti ordinari, tre quelli sottoposti a terapie intensive. Si riducono ad 11 (su 69) le case per anziani colpite, tuttavia senza miglioramento per quanto riguarda il numero degli ospiti ammalatisi (nove guarigioni, nove nuovi positivi, 30 pertanto i residenti infetti); nessun altro morto per Covid-19 (412 in tutto), sei invece i decessi registrati contestualmente (totale: 1’909) per cause asseritamente “non Covid-19”.
Statica la campagna di vaccinazioni, campagna circa la quale non vengono in realtà fornite cifre da una settimana a questa parte; sul riscontro di martedì 5 aprile, ultimo bollettino pubblicato sul sito InterNet dell’Amministrazione cantonale, sempre meno di tre su quattro (72.3 per cento sull’universo degli aventi diritto) i residenti che hanno scelto di aderire all’opportunità del trattamento di base e sempre a meno della metà (46.4 per cento) quelli che hanno aderito alla proposta del richiamo (“booster”).