(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 15.50) Non le 350 della prima ondata, ma 50 ed è sempre un tragico allinearsi, le vittime da “Coronavirus” nella fase corrente, percorso di cinque mesi più un giorno alla media dunque di 10 vittime il mese, l’ultima nel transito da ieri all’alba di oggi, 1’045 nel complesso. Contesto sempre meno decifrabile è quello che si rivela in Ticino, quasi che il pregresso sia privo di reale significato – foss’anche per quel confronto che porta ad un’analisi testimoniale dei dati – quale punto di riferimento per intuire e/o per delineare gli scenari di domani, in materia di lotta al Covid-19: perché salgono i decessi, e si ricordi che su analogo periodo di altri cinque mesi ovvero tra l’inizio di marzo e la fine di luglio erano stati registrati “soltanto” 37 morti, e perché peggiora rapidamente ogni altro parametro. Giustamente gli esperti ci invitarono tempo addietro a tener d’occhio l’entità dei ricoveri in ospedale anziché quella dei nuovi contagi, ma sarebbe da sciocchi il non evidenziare un’“escalation” non prefigurata in alcun quadro del possibile: in 24 ore, 1’642 positivi, quasi la metà dei casi rilevati nel corso dell’intera prima ondata; 1’642, uno ogni poco più di 52 secondi, dopo i 1’513 di ieri sull’altr’ieri, dopo i 1’004 di martedì su lunedì, dopo i 539 circa nella media da venerdì a domenica, e prima ancora 747, 592, 492 e 313 a risalire; ciascuno può prendersi la libertà di tirare la linea e di vedere dove il grafico sembra condurre.
Comunque la si veda, a 16’995 casi si situa il totale della quarta ondata, e proprio stamane è stata superata la soglia psicologica dei 50’000 casi (50’776): ciò significa da una parte che nella fase corrente è stato riscontrato circa un terzo di tutti i contagi dalla terza decade di febbraio 2020 in poi e, su altro versante, che un residente su sette in Ticino è stato effettivamente colpito dal “Coronavirus”. Greve diventa quindi, sul complesso, anche l’incremento nel numero dei posti-letto occupati all’interno di strutture nosocomiali: 135 stamane i degenti, vale dire il 10 per cento in più rispetto a quelli rilevati ieri, con 118 presenze in reparti ordinari e 17 presenze in reparti di terapia intensiva. Peggiora anche il quadro generale nel sistema delle residenze per anziani: sei sono ora le realtà colpite, con due ospiti in più sotto contagio per un totale di 12, non essendovi nel frattempo state guarigioni; per quanto l’înformazione non sia stata riportata nella tabella statistica ufficiale fornita dai responsabili della “Adicasi” (è l’associazione tra i direttori di tali strutture nella Svizzera di lingua italiana), per Covid-19 risulta essere deceduto un ospite.
In ultimo, bene la campagna vaccinale per quanto riguarda i richiami ovvero “booster”, nel senso che il 25.7 degli aventi diritto ha già approfittato di tale opzione e che la quota sale al 66.5 dell’universo considerato fra gli “Over 65”; demoralizzante resta invece, a mente dei propugnatori dell’esigenza di vaccinazioni a tutto campo, l’effettivamente misero 70.5 per cento di trattati con percorso-base (doppia somministrazione o singola somministrazione dopo guarigione). 589’337 le dosi utilizzate proficuamente; tante, ma siamo lontanissimi da qualsiasi obiettivo, persino di sussistenza.