(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 13.02) Sì: a tutti noi è stato proposto di scollinare mentalmente, tra ieri pomeriggio e iersera, nella battaglia quotidiana contro l’epidemia da Covid-19; dal tempo del continuo rinvio senza definizione di date possibili per una svolta, difatti, siamo passati al tempo del “countdown”; in luogo dei vari “Giorno 50” (dalla proclamazione dello stato di necessità”), “Giorno 51” (dal primo decesso) e “Giorno 65” (dal primo contagio acclarato) viviamo ora nel periodo di transito dalla “fase uno e un quarto” alla “fase due”, e dunque ragioniamo e ragioneremo sul “meno 12”, sul “meno 11”, infine sul “meno uno” alla vigilia di lunedì 11 maggio. Vero giro di boa sarebbe invero stato – e così non è, nemmeno stamane – sullo “zero” alla casella dei decessi nelle ultime 24 ore, decessi che invece siamo costretti a computare nella misura di tre unità, no, si perdoni, di tre altri nostri cari che sono dovuti soccombere al virus, aggiungendosi a 318 vittime precedenti e si resta dunque ad una media superiore ai sei morti il giorno.
Costante, come confermano i portavoce dello Stato maggiore cantonale di condotta “in uno” con il medico cantonale, resta poi il flusso dei nuovi contagiati, altri 19 per un totale di 3’210, e nel riepilogo balza agli occhi la tragica evidenza dell’essersene andato uno ogni 10, tasso di letalità superiore – per dire – a quello del Veneto, regione italiana fra le più colpite. In calo almeno gli ospiti delle strutture nosocomiali: 132 i soggetti ospitati in reparto, più 30 per i quali resta necessario il ricovero in terapia intensiva; di questi 30, 23 gli intubati. Riscontro ultimo su evidenze a carattere nazionale, valendo sempre le informazioni raccolte sul portale www.corona-data.ch (aggiornamento a 13 Cantoni su 26): 1’734 i morti, 29’262 i contagiati (più 69); per numero di casi, Vaud 5’274, Ginevra 4’785, Zurigo 3’462, Ticino 3’210, Vallese 1’853, Berna 1’757, Argovia e Friborgo in quarta cifra.