Home NEWS IN HOME Striscia di Gaza, Bellinzona governativa mette Ignazio Cassis all’angolo

Striscia di Gaza, Bellinzona governativa mette Ignazio Cassis all’angolo

30
0

“La Svizzera assuma una posizione di condanna sulle violazioni del diritto internazionale umanitario, (violazioni) commesse dalle forze armate dello Stato d’Israele nell’àmbito dell’occupazione della Striscia di Gaza”. Con annuncio destinato a non fare l’unanimità, e per una volta sarebbe utile il sapere se unanimità vi sia stata all’interno dell’Esecutivo o se qualche membro del medesimo si sia espresso in senso avverso e se qualche voce si leverà esprimendo almeno un “distinguo”, dalla stanza dei bottoni a Palazzo delle Orsoline in Bellinzona esce oggi una lettera al Consiglio federale circa lo stato dell’arte nei territori oggetto dell’azione dell’Idf (ossia le forze di difesa della “Stella di David”) come atto contrapposto alla strage perpetrata nell’ottobre 2023 dai terroristi di “Hamas” all’evento musicale “Supernova” in Re’im, nel Sottodistretto di Bersabea; lettera, anzi, un appello concentrato su quattro punti di cui incompleto per dovere di equità è il terzo e fondato su informazione parziale risulta il quarto. Testualmente qui riferendosi, senza altri indugi (ignorasi tuttavia quali indugi vi siano stati) il Consiglio federale è sollecitato a: a) adoperarsi “per favorire una pace duratura in Medio Oriente, (pace) basata sul dialogo” (per “Medio Oriente” intendesi presumibilmente il “Vicino Oriente”, cui pertiene l’area di conflitto); b) fare “in modo che siano garantiti tutti gli sforzi diplomatici affinché venga ristabilito urgentemente il rispetto del diritto umanitario internazionale”; c) condannare “in modo chiaro e inequivocabile le gravissime e reiterate violazioni del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario commesse nella Striscia di Gaza dal Governo dello Stato di Israele”, ribadendo la necessità di una “liberazione immediata di tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas”; d) operare affinché “siano garantiti l’immediata distribuzione e l’accesso agli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza” per tramite del “Comitato internazionale della Croce rossa-Cicr” e delle “organizzazioni internazionali riconosciute” e dei “canali consueti” in ottemperanza “alle convenzioni vigenti, ed evitando qualsivoglia politicizzazione dell’aiuto umanitario”.

A premessa delle istanze così formulate ed esposte, e circa le quali desta ovvi dubbi la pretesa di competenza da parte di un’autorità cantonale, nella nota distribuita alla stampa risulta che a mente del Governo ticinese “gli sforzi attuati dalla Svizzera a protezione della popolazione di Gaza” sono insufficienti (domanda: a chi è indirizzata la critica? E come la prenderà il titolare del Dipartimento federale affari esteri, al secolo Ignazio Cassis?) e che per la Svizzera è “giunta l’ora” di assumere “una chiara e coraggiosa posizione di condanna verso l’occupazione israeliana e verso le violazioni del diritto internazionale umanitario, onorando (presumibilmente è inteso: “onorandosi”, ndr) così la tradizione umanitaria elvetica, come esplicitato anche dall’articolo 54 della Costituzione federale, e soprattutto dalla sua responsabilità di Paese depositario delle Convenzioni di Ginevra”. Attese analisi ed eventuali risposte.