Stavolta, a differenza dei loro colleghi che avevano colpito sei settimane addietro a Sant’Antonino (e sempre che non si tratti dei medesimi soggetti, s’intenda), l’esfiltrazione non è riuscito e la fuga con il furgone carico di merce rubata è durata forse un’ora tutto compreso, cioè veicolo abbandonato, bottino recuperato ed uno degli autori già in manette. Storia e cronaca di fatti occorsi nella notte tra lunedì e martedì ultimi scorsi, via Carlo Pasta 25 a Mendrisio il fulcro del primo atto, negozio “Z-bike” preso d’assalto con la tecnica dell’ariete ossia mediante sfondamento della vetrina con un furgone; rapida, rapidissima la banda di malviventi (quanti? Due di certo, circa eventuali altri complici in azione a Mendrisio non si ha prova provata) nel prelevare varie “e-bike” e fors’anche gli accessori nella vetrina del punto-vendita specializzato; ripartenza sparata, obiettivo il superamento del confine da un valico impresenziato; è quasi un “cliché”, nel caso di metà luglio il veicolo – rubato, così come rubato era quello dell’assalto criminale alla “Z-bike” – si era poi inerpicato su su nel Gambarogno sino all’Alpe di Neggia ed era stato ritrovato dalle parti della frazione Indemini, ultimo nucleo della Valle Veddasca, appena sopra la linea di frontiera con il Luinese in frazione Biegno pertinente a Maccagno con Pino e Veddasca.
A scrivere la sceneggiatura dell’atto dopo la pausa, però, sono stati gli agenti della Polcantonale e della Polcom Mendrisio: a distanza di una manciata di minuti dal botto – e dall’allarme, confermato in voce da alcuni residenti nella zona – il veicolo commerciale con due uomini a bordo è stato individuato, intercettato ed inseguito. Stante la mala parata, furgone al blocco, fragoroso spalancamento di portiere e portelloni ed ecco i malviventi trasformarsi in lepri pronte a disperdersi; chissà con quali punti di riferimento, chissà con quali percorsi magari studiati in precedenza; sta di fatto che, dalla battuta di ricerche orientata verso l’area agricola in frazione Genestrerio, uno è spuntato ed uno è stato preso, peraltro nella poco eroica posizione dell’uomo accovacciato fra i culmi di un campo seminato a granturco. Il soggetto, peraltro già noto alle forze dell’ordine ticinesi, è un moldavo, 31 anni l’età, residenza in Moldavia; delinquente abituale, ecco. Quanto all’altro tizio, e diciamo “l’altro” perché quello era sicuramente parte dell’impresa, trattasi di bipede uccel di bosco benché inetto al volo e che forse è riuscito a riparare nel Comasco o nel Varesotto, motivo in forza del quale alla vicenda sono state interessate anche le autorità di polizia delle province italiane limitrofe.
Al dispositivo di ricerca hanno cooperato agenti di Polcom Mendrisio, Polcom Chiasso e Polcantonale oltre a specialisti dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini; a carico del 31enne valgono ipotesi di reato quali furto aggravato, furto d’uso di un veicolo, danneggiamento e violazione di domicilio, fatti salvi gli accertamenti su una sua partecipazione ad altri furti analoghi, negli ultimi mesi, tanto in Ticino quanto nel resto della Svizzera. La detenzione è già stata confermata dal giudice dei provvedimenti coercitivi; ad occuparsi del “dossier” è la procuratrice pubblica Chiara Buzzi.