Il passo indietro di Henrik “Bingo” Bang era già noto ed anche qui di tale scelta si era fatta menzione, riconoscendosi la qualità di un soggetto che sa generare consenso anche al di fuori dello schieramento; in pratica, da parte di coloro che non avevano incluso tale nome nella lista iniziale, qualcosa di assai simile al farsi mangiare il settebello alla prima mano. Ergo, manco un briciolo di “pàthos” e di sorprese oggi al congresso del Partito socialista in quel di Monteceneri quartiere Rivera, dove a mera ratifica è andata la lista per le Federali di ottobre: ragionamento imperniato sulla difesa del seggio di Marina Carobbio-Guscetti, che come noto si è posta anche nella condizione di pretendere la candidatura agli Stati e che quindi si considera ariete in un partito reduce – lo si ricorda – da un esito cantonale deboluccio (in pratica, la conferma del peggior risultato, quello di quattr’anni prima) anche se sbandierato come successo. Del “tandem” tra socialisti e “Verdi del Ticino” – con la rientrante Greta Gysin, il cui rimanifestarsi alle latitudini cantonali non ha prodotto unanimità di consenso in sostanza per via del fatto che altri hanno lavorato ed una soltanto proverebbe a raccogliere i frutti – si è parimenti detto a suo tempo; quanto alla compagine per la Camera bassa, in associazione i noti ed i meno noti ovvero Igor Righini, Cristina Zanini Barzaghi, Bruno Storni, Andrea Ghisletta, Martina Malacrida Nembrini, Chiara Orelli Vassere e Davide Dosi. Squadra coesa? Bella pretesa… In immagine, Marina Carobbio-Guscetti.