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Scattano i dazi Usa, le Borse vanno in affanno. Zurigo soffre, poi limita i danni

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 23.50) Venerdì scorso una minima increspatura, in prevalenza da attribuirsi a realizzi sulla coda di un gennaio straordinario per il “rally” delle ultime due settimane, in ispecie sulla piazza borsistica di Zurigo; stamane l’improvvisa rottura – motivata, per carità: sullo sfondo ci sono i timori legati all’introduzione di dazi massicci da parte sulle importazioni negli Stati Uniti – della luna di miele sui mercati; nel pomeriggio, quantomeno, la riduzione dei danni sia per resistenza interna sia per effetto di rapide evoluzioni in essere. Arretra tuttavia (meno 0.40 per cento su quota 12’546.77 punti al saldo) lo “Swiss market index”, a rappresentazione di un listino primario sostenuto effettivamente dal solo titolo “Lonza group Ag” (più 2.68 per cento) e con discreto appoggio dai pesi massimi difensivi; varie le identità in rosso per misura superiore al due per cento, fuori squadra “Logitech international Sa” (meno 3.13). Nell’allargato, in sofferenza a due cifre (meno 12.69 per cento) l’azione “Julius Bär Gruppe Ag”, pur sull’annuncio di un consistente incremento dell’utile nel 2024. Dalle altre sedi: Dax-40 a Francoforte, meno 1.39 per cento; Ftse-Mib a Milano, meno 1.47; Ftse-100 a Londra, meno 1.14; Cac-40 a Parigi, meno 1.20; Ibex-35 a Madrid, meno 1.32. New York sotto misura ancorché a parziale riassorbimento delle tensioni d’avvio: “Dow Jones”, meno 0.28; S&P-500, meno 0.76; Nasdaq, meno 1.20. Cambi: 94.18 centesimi di franco per un euro, 91.03 centesimi di franco per un dollaro Usa; bitcoin sulle montagne russe ed ora al controvalore teorico di 92’718 franchi circa per unità.