Salvi i contenuti di approfondimento (è una promessa di Paride Pelli direttore responsabile); salvi i posti di lavoro (è una garanzia data alle maestranze: in tempi di violentissima crisi del comparto, la difesa dello “status quo” è già una vittoria); salva la dimensione cartacea del prodotto; meglio integrato lo strumento nel sistema e cioè nei flussi informativi del gruppo editoriale. Ma un contraltare c’è: con effetto dal gennaio prossimo, “La Domenica” diventerà inserto del “Corriere del Ticino”, ad implementazione del numero del sabato, abbandonandosi dunque la formula del settimanale a sé stante ed in pubblicazione nel festivo ricorrente; di fatto, la copertura domenicale in Ticino rimarrà appannaggio del solo “Mattino della domenica” (il primo a nascere e, come ora si apprende, l’unico a resistere) oltre che dei quotidiani “online” tra cui, in presidio costante, “Il Giornale del Ticino”. Di “riorientamento” parlano i responsabili dell’operazione, di cui risultano chiari – al netto della strategia editoriale adottata – i benefici per le casse del “Gruppo Corriere del Ticino”: concentrati i tempi di produzione e di stampa, eliminati i costi di distribuzione nelle cassette, azzerati i costi di manutenzione delle cassette stesse.
“La Domenica”, in sostanza, sarà ancora “La Domenica” per testata ma non più in uscita la domenica, cioè non più periodico ancorato all’impegno formale acquisito al tempo in cui cessarono le pubblicazioni del settimanale “Il Caffè”. Un gratuito in meno, con il nuovo anno, ed in coincidenza con la sparizione del “20 minuti” – parimenti cartaceo – nel corso della settimana. E di progetti alternativi, perlomeno sul breve periodo, non si ha né traccia né notizia…