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«Salvate il soldato Cattori», cittadini al voto sul nodo gordiano di Muralto

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E adesso si riparte daccapo: sarà sottoposto al giudizio del popolo il finanziamento al controverso progetto del cosiddetto “nodo intermodale” a ridosso delle due stazioni (Ffs e Fart) in quel di Muralto, intervento sommariamente concepito con riduzione di viale Giuseppe Cattori a zona d’incontro e transito monodirezionale di circa 250 bus ogni giorno, di fatto il fulcro di un’operazione dalla quale dipende l’assetto di Muralto – non a caso l’istanza è volta anche a protezione del lungolago – e dell’intera parte Locarno intesa in senso storico, dicasi dalle dorsali della “Città vecchia” a piazza Grande a piazza Giovanni Pedrazzini e direttrice di attraversamento da piazza Castello, ed in più la rete stradale pertinente al “quai” di Locarno, Muralto e parte di Minusio. A successo è giunto infatti il “referendum” lanciato dai membri del “Comitato Salva viale Cattori”, prima promotrice Renza De Dea già municipale a Locarno, aggregazione “spontanea ed apartitica” attorno alla quale si sono coagulate 9’431 firme (quelle trasferite fisicamente oggi alla Cancelleria dello Stato in Bellinzona) e, secondo calcoli di fonte interna, altre 479 ancora in viaggio dalle Cancellerie comunali: la somma dice quasi 10’000, per dare sostanza al “referendum” ne sarebbero ovviamente bastate 7’000, anche con la tara di eventuali errori e doppioni (deprecabili, ma sempre possibili) la soglia è da considerarsi di gran lunga superata.

La chiamata alle urne è pertinente ai 7.1 milioni di franchi messi sul piatto dal Cantone dopo voto favorevole di una discreta maggioranza in Gran Consiglio; fermato che fosse quel contributo, l’intero impianto del progetto – costo complessivo attorno ai 17 milioni di franchi – finirebbe su un binario morto, decadendo anche il contributo confederale. Necessariamente brevi i tempi di elaborazione e di annuncio del voto.