Da alcuni giorni a questa parte, sul sito InterNet del Cantone, è presente un sondaggio dedicato – citiamo – alla fruizione “online” dei contenuti e dei servizi del portale dell’Amministrazione cantonale; in pratica, come si capisce via via ovvero procedendo nella compilazione a crocette, dalla raccolta di queste informazioni dovrebbe dipendere lo sviluppo del portale medesimo in una direzione “più digitale”, nel senso che il cittadino troverebbe un maggior numero di informazioni utili, e con maggior semplicità di accesso, ed insomma diventerebbe più agevole il dialogo con chi sta negli uffici competenti. Circa il testo, preceduto da un velleitario “Aiutateci a costruire il Ticino digitale di domani… Il tuo contributo è fondamentale” (eddai, ragazzi: questi messaggi da “understatement” coniugato a forza con l’“Embrassons-nous” e con una strizzatina d’occhio hanno fatto il loro tempo), diremo che alcune domande sono tendenziose, non necessariamente per atto di furbizia degli estensori ma anche, è il sospetto; peggio, già alla prima lettura si ha un po’ la sensazione dell’essere il questionario concepito funzionalmente ad un certo obiettivo predeterminato, e financo ad una certa architettura che è già nella mente del futuro “produttore”. Sensazione, si ripete: ma di quel tipo di sensazioni su cui più soggetti tra di loro dipendenti, ecco, si trovano a concordare.
Pazienza, non è cosa che ci cambi la vita o che ci tolga il sonno, questa. Tutto va benissimo, peraltro, sino ad avvenuta chiusura del sondaggio, domande relativamente semplici, trabocchetti nessuno, un paio di passaggi noiosetti anziché no, amen; scritto abbiamo scritto e compilato abbiamo compilato, sette minuti il tempo speso ed in ciò la promessa (“… richiede meno di 10 minuti…”) è stata mantenuta. Accade però una cosa strana: nel momento in cui si torna sul portale per una qualunque nuova esigenza o curiosità, di nuovo viene suggerita ovvero richiesta la partecipazione al sondaggio. Si noti: per l’accesso si fa uso dello stesso “personal computer”, non ha avuto luogo alcuna pulizia dei “cookie” dal sistema e non è cambiato l’utente. Eppure si può ri-partecipare, e ciò anche un’altra volta, ed un’altra ancora, ed un’altra ancora. Zero obiezioni da parte del “sistema”, che ad ogni giro incamera un formulario compilato in più e non interrompe ovvero annulla l’operazione, come sarebbe giusto e necessario.
Non si crede qui che l’adesione sarà tumultuosa e massiccia; è però curioso il fatto che, per 50 che passeranno oltre ignorando il questionario, un tizio cui venga lo sghiribizzo della grafomania potrebbe produrre cinque o sette o nove o trentordici risposte, e tali risposte sarebbero ovviamente computate, e da tali risposte qualcuno trarrebbe conseguenze oltre a prendere per buono un quadro evidentemente alterato circa la partecipazione (esempio: domanda 1, “”Quanti anni hai?”, cinque o sette o nove o per l’appunto trentordici volte l’indicazione della fascia “Meno di 18”, dal che si arguirebbe – in un cumulo di formulari compilati allo stesso modo, vuolsi dire – che al portale dell’Amministrazione cantonale sono interessati tanti tanti tanti giovani e giovanissimi. Supponendosi per logica che i futuri realizzatori del sito InterNet seguiranno indicazioni proporzionalmente al numero di risposte in un senso anziché in un altro, le decisioni saranno per forza di cose influenzate dai numeri prevalenti, e per meglio dire risulteranno inquinate, cioè falsate, cioè inutili. E no, non venite a dirci che al momento dell’acquisizione dei dati – tradotto: quando il formulario è ultimato dal compilatore e passa nel “sistema” – vi è una registrazione del punto di origine del documento, e quindi del “codice” del dispositivo nel senso dell’“InterNet protocol” caratterizzante e peculiare, e pertanto la compresenza di due documenti in arrivo dal medesimo “InterNet protocol” condurrebbe automaticamente all’eliminazione di uno dei due formulari; non è così.
E quindi, ci si spieghi senza arzigogoli: a che serve realmente, ‘sto sondaggio? A produrre una massa di schede che giustifichino un “tot” di lavoro da eseguirsi? O a dare una parvenza di consenso su qualcosa che è stato già prefigurato? E soprattutto, sulla scorta di quanto si evince da alcune domande nel formulario, non è che sia già stata abbandonata la linea – invero indefettibile – dell’avere un portale in cui il cittadino acceda alle informazioni nel modo più semplice ed ottenga risposte precise nel tempo più breve?