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Pala & piccone / Liberali-radicali al potere. Dal 1291 (ma anche prima)…

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L’urano Walter Furst era liberale-radicale. Non solo: erano liberali-radicali anche lo svittese Werner Stauffacher e l’untervaldese Arnold von Melchtal; di quest’ultimo ancora non sappiamo bene se magari egli fosse più spesso chiamato Arnold von der Halden, ma di sicuro sappiamo che egli era liberale-radicale. Tali fatti, perché di fatti si tratta sissignora, erano sfuggiti ad Aegidius Tschudi quand’egli si dedicò alla compilazione del “Chronicum helveticum” e ne diede prima stesura nel 1550, facendo riferimento al “Giuramento del Rütli”, e ci sono risultati ignoti sino ad un freschissimo editoriale firmato da Petra Gössi, presidente del Partito liberale-radicale svizzero, per il periodico “Opinione liberale”: nel mezzo di un non inopportuno riepilogo dei valori-chiave cui viene legata la Confederazione (vabbè, forse è il caso di mandare agli archivi lo stantio “spirito di squadra”), ecco con chiarezza enunciato il concetto secondo cui il Paese fu “fondato dai liberali-radicali nel 1291”.

Risolta ogni incertezza, dunque, e tra l’altro con un colpo al cuore dei laicisti di partito perché in cima a quel patto venne invocato il Signore; visto, scritto e confermato, sono Petra Gössi e no, non si tratta di un errore di traduzione perché io sono di mamma ticinese e meglio ancora leventinese di Airolo e scrivo e parlo italiano. Morale: il testo esce dalle mani della presidente, arriva ad “Opinione liberale” che opera sotto direzione di Bixio Caprara granconsigliere e viene pubblicato seduta stante, nessuna obiezione perché forse nessuno si prende la briga di soffermarsi su quell’articolo (oh, tre paragrafi in tutto, un’occhiata avrebbe avuto senso). Qualche lettore, invece, guarda e trasecola e si mette a ridere; difatti, nell’edizione “online” del settimanale, vengono giustapposte le scuse per l’errore. Spiegazione addotta: “Era nostra intenzione (il) sottolineare che i valori cari al nostro partito, valori liberali e radicali, sono stati alla base della costruzione della Svizzera moderna, nel 1848”; al netto della svista storica circa il 1291, grazie alla quale avremmo scoperto l’esistenza dei liberali e dei radicali ai tempi in cui gli Asburgo si prendevano Lucerna ed a Venezia nasceva Cangrande della Scala ed a Como moriva Loterio Rusca che aveva avuto potere di dominio territoriale tra Sottoceneri e Sopraceneri, liquidati pertanto in meno di un “amen” i cinque secoli e mezzo intercorsi.

Ma non è tutto, perché – e lo si sa – spesso le pezze recano maggior danno rispetto al buco. Testuale: “Dal 1848, anno di fonazione dello Stato federale, i liberali hanno governato da soli per 43 anni… La Svizzera (si) evolse progressivamente verso una democrazia consociativa che vide le diverse forze politiche coinvolte in seno al Governo”. Rileggiamo: “(…) verso una democrazia consociativa”, che a rigor di percezione comune significa “ricerca del compromesso”, e sulla base di intese acquisite in mutua buona fede”; e quella fu dichiaratamente un’evoluzione. Dal che deducesi che i liberali-radicali ticinesi, per propria mano ed in ricostruzione di vicende storiche nelle quali ebbero campo libero, accusano sé medesimi di assolutismo e di dispotismo politico almeno per i 43 anni fra il 1848 ed il 1891. Ahem: giornataccia, vero?