Avremo tempo, sempre che si trovi una disponibilità (e sarebbe cosa dovuta) alle spiegazioni, per articolare e per soddisfare le domande su quel che sia accaduto tra venerdì 3 luglio e questa mattina. Ma la notizia, di suo, ha quasi dell’incredibile: intorno alle ore 11.34, nella zona dei Monti di Metri (territorio comunale di Gordola) ovvero a distanza lineare di forse un chilometro e mezzo dai Monti di Motti dove aveva avuto luogo l’ultimo avvistamento, è stato ritrovato vivo il 34enne Aurèle Donis, cittadino svizzero domiciliato nel Canton Ginevra, del quale non si avevano notizie da quasi 200 ore. 200 ore di nulla, nella peggiore tra le ipotesi in piena esposizione al caldo ed al freddo, dopo una caduta in zona impervia, e per di più avendo l’uomo riportato lesioni e traumi definiti “gravi”; ma potrebb’anch’essere che Aurèle Donis abbia girovagato per qualche giorno sui sentieri (non a caso era stata indicata una sua possibile “condizione confusionale”), addirittura trovando riparo a ridosso di qualche manufatto, e che solo in tempi più recenti si sia infortunato durante il tentativo di passaggio in direzione valle.
Appena ieri, come si ricorderà e come riferito dal “Giornale del Ticino”, il lancio di un nuovo avviso di ricerca da parte dei vertici della Polcantonale; sulla scorta delle informazioni ricevute, nuovo impulso alle ricerche con operatività ad ampio raggio (in azione effettivi di Polcantonale e uomini del “Soccorso alpino svizzero”). L’individuazione, tuttavia, grazie ad un privato cittadino che si era portato ai Monti di Metri, intorno a quota 900 metri. Sul posto è stato fatto giungere un elicottero della “Rega”; il 34enne è stato assistito, stabilizzato, imbracato e trasferito d’urgenza in sede nosocomiale.