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Messico e nuvole, finisce in manette un gestore patrimoniale a Lugano

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Come gestore patrimoniale si qualificava, e con ogni probabilità lo era; la legittimità di tale titolo sarà ad ogni modo oggetto di verifica e di riscontro, per di più trattandosi del presidente di una società avente struttura – se sede effettiva o solo formale, al momento non è cosa nota – in via Nassa a Lugano. Su temi più pregnanti è tuttavia l’inchiesta a suo carico: per ipotesi di reato quali la falsità in documenti e l’amministrazione infedele è finito in manette giorni addietro – la notizia è stata data nel tardo pomeriggio dai colleghi della Rsi – un 48enne cittadino italiano, domicilio nel Luganese, che per farla breve avrebbe trattato un’operazione finanziaria complessa, perno su Londra e terminale in Messico, impegnando denari di vari clienti in prevalenza stranieri. Se il 48enne abbia informato correttamente ciascuno di coloro che gli avevano messo i denari in mano, non si sa; gli è che l’investimento era stato strutturato per tramite dell’acquisto di azioni o di quote di un gruppo britannico operante nel ramo dei servizi informatici, essendo annunciata la volontà, da parte dei responsabili di tale gruppo, di acquisire una realtà d’impresa messicana focalizzata sul ramo delle scommesse telematiche; gioco facile – si perdoni l’apparente ironia – se di traverso non si fossero poste le autorità di controllo nel Regno Unito, per via di qualche percezione bastevole ad indurle a bloccare il titolo in Borsa. Nessuna estromissione, per quel che è dato sapere; solo il surgelamento “sine die”, ovvero sino a quando saranno state portate a termine le indagini.

In ballo, dal solo ufficio di via Nassa, varie centinaia di migliaia di franchi; in ballo anche una lunga attesa per quanti al 48enne si era affidati; in ballo, infine, i tempi (non brevi) necessari ai fini degli accertamenti. Sta di fatto che la sospensione del titolo a Londra risale a marzo 2025; probabile che le prime tracce del “dossier” di cui è titolare la procuratrice pubblica Caterina Jaquinta Defilippi si siano formate mesi addietro e che ora, raccolte congrue denunzie da parte di coloro che si considerano gabbati e mazziati, abbia avuto luogo solo il primo di molti atti. Vale la presunzione di innocenza, vale persino la possibilità che l’uomo abbia agito in perfetta buona coscienza; le carte, se ci sono, parleranno.