Geo Mantegazza, storico imprenditore oltre che “dominus” e figura di riferimento dell’hockey a Lugano (della principale società discatoria cittadina fu anche presidente tra il 1978 ed il 1990), si è spento nelle scorse ore all’età di quasi 96 anni, che avrebbe compiuto fra quattro settimane. Insieme con il fratello Sergio, mancato a febbraio a 96 anni compiuti (fra i due, figli dell’imprenditore Antonio e dell’insegnante Angela “Angelina” nata Ribolzi, correva una differenza di circa 13 mesi), Geo Mantegazza costituì una formidabile coppia identitaria pur nella diversità della formazione e della direzione impressa ai propri affari; il maggiore nel ramo del turismo, in sviluppo del progetto posto in essere dal padre Antonio – discendente di famiglia dalle ascendenze lombarde e stanziatasi in Ticino, area “momò”, nel 1784 – con i primi trasporti sul Ceresio e sino alla costruzione di colossi quali la “Globus” e la compagnia “Monarch airlines”, il minore con uno studio di ingegneria (laurea conseguita al “Poli” di Zurigo nel 1952) e poi nell’immobiliare.
I successi ottenuti con l’Hockey club Lugano sono ben rappresentati dalla promozione in massima serie (1982), dalla conquista di quattro titoli nazionali (1986, 1987, 1988 e 1990) e da una costante presenza a fianco della società – anche nei tempi successivi, tra l’altro avendo trasmesso il germe dell’interesse per l’arte discatoria alla figlia Vittoria “Vicky” Mantegazza – unica femmina fra cinque fratelli, e nata dall’unione con Elena Carlotta Vanini – ora presidente della società oltre che impegnata professionalmente nel ramo immobiliare. A Geo Mantegazza, che nel 1989 si sposò con Liliana Maria Lucia Ackermann, la contestuale scalata alla classifica dei “Paperoni” in Svizzera costò anche un rapimento-lampo, pochi giorni prima del Natale 1995, sull’asse fra Ticino e Vaduz. Un minuto di raccoglimento in memoria dello scomparso sarà proposto e fatto osservare domani, venerdì, in occasione del “derby” ticinese di Lna alla “NuoValascia” di Quinto frazione Ambrì.