Inutile memento (inutile: di sicuro costoro non leggono il “Giornale del Ticino”) all’indirizzo di quanti credano che in una rapina la cosa difficile sia l’atto del rapinare: nossignori, la parte più complicata si chiama fuga, si chiama esfiltrazione, si chiama abbandono del campo. Ne sanno qualcosa i tre tizi intercettati e fermati da agenti della Polcom Lugano, nella tarda serata di venerdì 14 agosto (oggi l’informativa in concorso con vertici della Polcantonale e portavoce del ministero pubblico), dalle parti del “Parco Ciani” di Lugano, in pratica fra i tre ed i quattro minuti dopo che in correità essi avevano strappato una collana d’oro dal collo di un passante, all’incirca sullo scoccare delle ore 22.00. Ops, corsa finita, merce recuperata, identificazione… tuttora in corso: nel senso che tutti i soggetti risultano essere residenti nel Luganese, mentre sulla loro effettiva identità sorgono e restano dubbi, sicché si rimanga all’uso dell’aggettivo “sedicente” sia per un 23enne che sostiene di essere marocchino, sia per un 29enne che afferma di essere connazionale dell’individuo di cui sopra, sia per un 30enne che si qualifica d’origine algerina. Al momento, addebiti per rapina, ed in subordine per furto; “dossier” nelle mani del capoprocuratore pubblico Arturo Garzoni.