Home CRONACA Lugano, la svolta: “molinari” fatti sloggiare dall’ex-“Macello”

Lugano, la svolta: “molinari” fatti sloggiare dall’ex-“Macello”

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 23.40) L’ex-“Macello” di viale Cassarate 8 a Lugano è stato demolinarizzato questa sera, con massiccio intervento delle forze dell’ordine intorno alle ore 20.55, in esecuzione del mandato dell’autorità politica comunale di Lugano. Il sedime e le strutture sono state liberate dalla presenza di persone che si riconoscevano e si riconoscono sotto la bandiera del cosiddetto “Csoa il Molino”; all’operazione hanno cooperato agenti di Polcantonale, Polcom Lugano, “forze intercantonali” secondo quanto indica una nota-stampa diffusa in tarda serata (sicuramente presenti effettivi della Polcantonale Vaud) ed “altre polizie comunali”. Numerosi “molinari” hanno scelto la via dello scontro frontale con gli agenti, costretti a formare cordoni di sicurezza sia attorno all’ormai ex-sede del centro sociale, con sviluppo sino a via Serafino Balestra ed alla dorsale di via Giacomo e Filippo Ciani, sia a cesura del quartiere Molino Nuovo, nella zona dell’ex-“Istituto Antonia Vanoni” (proprietà dell’omonima fondazione) lungo via Rinaldo Simen; quest’ultima struttura, già adibita a centro educativo minorile e da tempo dismessa, era stata presa d’assalto nel pomeriggio da oltre 100 partecipanti ad un corteo non autorizzato (ma tollerato; nessun dispiegamento di poliziotti) che dopo breve “sit-in” in piazza Della Riforma si era dipanato per l’appunto in direzione dell’ex-“Macello”. Ancora alle ore 23.15 circa 40 persone risultavano asserragliate nell’edificio dell’istituto; all’intorno, strade chiuse al traffico e curiosi tenuti a distanza.

Come riferisce la nota esplicativa di fonte Polcantonale, a rendere “necessario” – virgolettato da citazione – lo sgombero dell’area dell’ex-“Macello” è stata la situazione determinatasi nel pomeriggio sull’inatteso degenerare della manifestazione di protesta contro l’ipotesi di sgombero del centro sociale. Illecita – ma, si può legittimamente pensare, ben pianificata anziché improvvisata – l’invasione dell’area all’ex-“Istituto Antonia Vanoni”; sino alla prima serata l’attesa di un’evoluzione pacifica nel segno dell’abbandono delle strutture da parte degli occupanti; in ultimo, stante la reiterata indisponibilità della controparte ad un dialogo su basi di ordinaria civiltà, una risposta fisicamente proporzionale. Alcuni manifestanti hanno reagito con insulti e con il lancio di oggetti e di lattine di birra all’indirizzo dei poliziotti e del sindaco Marco Borradori, presente quale potenziale interlocutore per un confronto dialettico reso in realtà impossibile dalla protervia dei “molinari”; non è noto se vi siano feriti o contusi. Lo stesso Marco Borradori, in breve colloquio con i cronisti, conferma di essere intenzionato a proseguire nel dialogo, essendo tra l’altro stata individuata un’altra area, sempre sul territorio comunale di Lugano, per la prosecuzione dell’esperienza del “Csoa il Molino” (in origine, come si ricorderà, operante in struttura nel quartiere Viganello). Dubbi sulla possibilità di riattivare la mediazione, per contro, sono stati espressi a colleghi Rsi da Karin Valenzano Rossi, municipale da poco insediatasi nel ruolo di titolare del Dicastero sicurezza-spazi urbani.