Che cosa credessero di poter fare, di voler fare e di dover fare, boh: magari sono innamorati dei giochi di ruolo, magari si mettono in mente che il loro futuro sta in un corpo paramilitare, ad una certa età girano per la testa i grilli più strani, si sa, senza che sia preso in considerazione il pericolo. Che cosa uno di loro abbia fatto, invece, si sa benissimo: aggressione ad un passante che forse si era lamentato per il rumore e per la presenza indebita del gruppo, ed aggressione tradottasi in una testata al volto – colpo alla Zinedine Zidane, chi voglia la rappresentazione grafica dell’accaduto – e poi in un colpo alla testa, non un pugno comune ma un pugno con oggetto contundente incluso, conseguente la lesione (non grave, a detta dei sanitari) per la quale l’uomo ha dovuto far ricorso a cure mediche. Per una quantità di reati, primariamente l’infrazione alla Legge federale sulle armi e la contravvenzione Legge federale sugli stupefacenti, nove giovani sono ora indagati da ministero pubblico e magistratura dei minorenni; oggi il primo punto fermo nell’indagine condotta da effettivi della Polcantonale con il supporto tecnico dei colleghi della Polcom Lugano, imponente il “dossier” articolatosi sotto le mani della procuratrice pubblica Valentina Tuoni e del magistrato dei minorenni; particolarmente faticosa l’attività svolta sin dalla sera di sabato 12 dicembre, sulle prime evidenze di qualcosa di strano che stava accadendo a Lugano, quartiere Viganello, in prossimità di un’autorimessa in via Agli Orti. Qualcosa di strano: in prima battuta, figurarsi, un “assembramento di persone prive di mascherina”, e il resto mancia.
Perché la storia, in effetti, prende sin da sùbito un’altra piega. La discussione con il passante, come detto, porta alle vie di fatto ed alle lesioni semplici, presunto responsabile un 19enne cittadino svizzero di origini non precisate e con domicilio nel Luganese; per lui, imputazione supplementare proprio in forza dei colpi inferti ad un 49enne che si sa essere cittadino svizzero parimenti con domicilio nel Luganese. E forse dalla testimonianza dell’uomo prende le mosse una prima lettura del quadro d’insieme: gli accertamenti portano a stabilire che nel gruppo lì ritrovatosi o giunto, ecco, alcuni si sono presentati imbracciando armi, e che a maggior riprova del piacere dell’incontro qualcuno si mette a girare un filmato da diffondersi via “social media”, pensate un po’ quale sia il livello dell’intelligenza di ‘sti tizi. Tanto di guadagnato per gli inquirenti, che incominciano a tirare i fili ed a poco a poco incastrano nel “puzzle” una faccina dopo l’altra: finiscono pertanto sulla lista un 14enne italiano abitante nel Bellinzonese, un 18enne svizzero di origini non precisate e residente nel Mendrisiotto, il già citato 19enne svizzero di origini non precisate e con domicilio nel Luganese, un 19enne svizzero in pari condizioni ma proveniente dal Mendrisiotto, un 20enne svizzero et cetera et cetera residente nel Luganese, un 21enne italiano residente nel Mendrisiotto, ed infine due 23enni svizzeri ed un 23enne italiano, tutti dal Sopraceneri, i primi nel Locarnese e l’ultimo nel Bellinzonese. Prove, a parte il ferimento di un uomo ed il materiale video girato? Bon, al domicilio di uno dei fermati sono stati trovati anche due fucili e due pistole “soft-air”.
A buona nota: il citato “assembramento di persone prive di mascherina” vale a tutto il gruppo un supplemento di addebito per contravvenzione all’Ordinanza sui provvedimenti per combattere il “Coronavirus”. Ma, ci si creda, questo è al momento il meno.