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Locarno, parole come pietre al “CambusaTeatro” con “Le tre porte”

Regìa di Viviana Gysin, drammaturgia di Valentina Grignoli ed interpretazioni di Aglaja Amadò, Igor Mamlenkov e Taty Rossi su un testo oggettivamente divisivo in scena sabato 25 maggio al “CambusaTeatro” di Locarno (piazza Giovanni Pedrazzini 12): “Le tre porte”, già portato sui palchi di Capriasca frazione Tesserete e di Lugano nella seconda parte di aprile, viaggia sul filo di semantica e semiologia, dunque significati e segni legati alla parola; la quale parola, alle orecchie di un ascoltatore indistinto, può suonare neutra o anche offensiva. E qui la divisività del messaggio, proposto per fittizia intermediazione di tre ragazzi che si trovino casualmente a confronto durante una pausa in bagno: i tre attori sono dichiaratamente partigiani del “verbalmente corretto”, scelta che di sicuro raccoglie un plauso ma che li espone anche alla critica. 50 minuti meritevoli di ascolto e che sarebbero suscettibili di un “secondo tempo” – valga questo come suggerimento – in forma di dibattito con interlocutori ben disposti al confronto. La ditta: “Associazione culturale Lumina”; scenografia firmata da Massimo Ticchiati (occhio, è un califfo della categoria, esperienza di oltre un quarto di secolo in produzioni internazionali); costumi di Laura Pennisi. Per contatti: “e-mail” all’indirizzo info@cambusateatro.com.

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