Riforma non è, rivoluzione nemmeno. Giro di boa, semmai: senza straordinario entusiasmo, sì che i favorevoli sono stati 45 ed i contrari 24 e gli astenuti (di massima nell’area neocentrista, ex-pipidina) addirittura 12, il Ticino si è offerto oggi in Gran Consiglio una ripassatina alla Legge tributaria in modo che avremo almeno un sommario contraltare alla riedizione del coefficiente cantonale al 100 per cento (ex-97), ed il contraltare sta nell’abbattimento, pardon, nella riduzione, pardon, nella limatura dell’aliquota pertinente all’imposta sul reddito, al computo effettivo l’1.66 per cento in meno; inoltre, sul periodo 2024-2030, messa in conto la riduzione dell’aliquota massima nella misura di tre punti percentuali. Di giro di boa abbiamo parlato, e giro di boa potrebb’essere anche in un altro senso: le innovazioni apportate rischiano infatti di finire stritolate dal “referendum” che, insoddisfatti per la mancata ridistribuzione di risorse che non ci sono, i superstiti vertici del Partito socialista e dei “Verdi del Ticino” lanceranno di sicuro, o probabilmente, nel senso che tutti si dichiarano pronti ma poi c’è da mettersi al lavoro e, con le ruggini rimaste dalle recenti campagne elettorali, non è nemmen detto che una mano arrivi da altre formazioni minori i cui esponenti si sono parimenti dichiarati contro questa operazione da 45 milioni di franchi in andata e ritorno, e che cioè una mano dà e l’altra prende (vero, voci critiche si sono levate da vari Comuni in ragione di una pretesa o presunta “mancata consultazione”. Qualcuno di sicuro si esporrà. Qualcuno).
Per arrivarne ad una, sia detto, sono serviti lavori estenuanti in sede commissionale sul testo del messaggio risalente a metà luglio, tre rapporti (quello di maggioranza con firme di Alessandra Gianella per il Plr, di Boris Bignasca per la Lega dei Ticinesi e – menzione “ad memoriam”, trattandosi di neoconsigliere nazionale fresco di uscita dal Legislativo cantonale – Paolo Pamini per l’Udc) ed una discussione in cui sin troppi hanno cercato di ritagliarsi due righe in pagina. Figurarsi che cosa sarebbe accaduto se davvero ci si fosse trovati davanti ad una riforma autentica, ad una riscrittura in palinsesto, ad una revisione nel metodo; ma controprova non si avrà né si ha, ergo ci si contenta. In una sessione caratterizzata anche dai nervi scoperti sulla modifica alla Legge su imposte e tasse di circolazione per i veicoli a motore e da massicci crediti su fronti indubbiamente prioritari ma non dal Preventivo 2024 in effetti posposto, può bastare.