L’allerta meteo ha di nuovo quel numero: quattro. “Quattro” che significa mettersi al riparo, “quattro” che vuol dire prima di tutto la sicurezza personale. Su un Ticino che non sa più dove mettere l’acqua, su un Ticino che non ha ancora potuto fare i conti con tutte le evidenze (cinque le vittime accertate. Circa i forse tre, forse quattro dispersi sono state sospese ieri le ricerche), stanno per tornare i temporali e qualsiasi temporale, nella compresente fragilità idrogeologica del territorio, è motivo di allarme e di preoccupazione, in ispecie nelle zone già provate da frane, scoscendimenti e fenomeni alluvionali che hanno modificato anche parte del paesaggio; da qui, con riluttanza ma anche con l’impronta decisionale che si impone nel momento di prendere una decisione dai risvolti soterici, una serie di provvedimenti annunciati dai portavoce dello Stato maggiore regionale di condotta che è operativo nel Sopraceneri centrooccidentale con fulcro di attività sulla ValleMaggia, a monte del già ponte stradale di Visletto in quel di Cevio. Provvedimenti che si risolvono, quale principale capitolo, nella parola “sgombero” almeno funzinalmente alle aree su cui maggiore è l’elemento di incertezza secondo l’analisi dei rischi elaborata e costantemente aggiornata da parte di esperti del Dipartimento cantonale competente. Il criterio a taglio del nodo gordiano: “Prese in considerazione le infrastrutture e le abitazioni già colpite e quelle limitrofe”. Il timore: stanti “le condizioni idrogeologiche, lo stato di avanzamento delle singole messe in sicurezza, il deflusso delle acque in prossimità delle abitazioni e la morfologia del territorio”, è difficilmente prevedibile “la risposta dei bacini idrografici anche a precipitazioni dall’intensità inferiore” rispetto alle drammatiche entità riscontrate e rilevate nella notte tra sabato 29 e domenica 30 giugno.
Con decorrenza dalle ore 6.00 di domani ovvero venerdì 12 luglio, e sempre tenendosi d’occhio nel frattempo il “radar” per la verifica delle possibili evoluzioni, sgombero di residenti ed eventuali ospiti con ovvia operatività via terra per la Valle Lavizzara e via aria (trasporto in elicottero) per quanti si trovino a monte della frana in Comune di Cevio, località Fontana. Queste le zone: Roseto, limitatamente alle abitazioni in prossimità dell’alveo della Bavona; Fontana (Valle Bavona); Piano di Peccia, per parte del nucleo di Sant’Antonio, Rünee Basso e, in sponda destra del fiume di Peccia, zona “Cappellina della neve” e vicinanze del riale proveniente dall’Alpe di Sovenat; Peccia, area del “Grotto Pozzàsc”; località Bola-Croisa in prossimità di Mogno (ri di Röd); nucleo abitato di Prato-Sornico in prossimità del riale Scudau; Broglio, in zona Campàsc. Non sono previste modifiche o chiusure, per quanto riguarda il traffico veicolare, all’interno del territorio conosciuto come Alta ValleMaggia; a parte i noti limiti legati a peso dei veicoli (35 quintali a pieno carico), larghezza dei veicoli (180 centimetri) e velocità di transito (10 chilometri orari il massimo consentito), nessuna restrizione è fissata di massima sia per i mezzi sia per i pedoni lungo la passerella ciclopedonale – ed ora modificata e rinforzata funzionalmente alle esigenze – tra la località Visletto e le propaggini sud dell’abitato di Cevio; va da sé la facoltà di adattamenti temporanei e locali qualora si manifestino situazioni di potenziale pericolo.
Fiducia viene espressa dalle autorità circa la collaborazione da parte dei cittadini: “Chiediamo a tutti di lasciare le zone – è di certo un invito, quello espresso, ma con termini tassativi – in coordinamento con chi di competenza per i Comuni e per gli enti interessati”. Chi non disponga di un alloggio in altra sede e/o non possa appoggiarsi da amici o parenti saranno a disposizione gli alloggi al “Centro protezione civile” in Ascona (necessaria la prenotazione con chiamata al numero di telefono 0848.255555).