(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 10.20) Inseguito, sfiorato; a volte, invece, lontanissimo ed in parvenza utopico; negli ultimi giorni, più volte avvicinato; stamane, raggiunto e fissato. Alle ore 9.17 di martedì 23 dicembre, in contesto per la verità caratterizzato da scambi rarefattisi per quanto riguarda il listino primario della Borsa di Zurigo, lo sfondamento della linea dei 13’199.05 punti che costituiva massimo storico fissato lunedì 3 marzo 2025 (appena cinque settimane più tardi, e meglio nel corso della giornata di mercoledì 9 aprile, sulla scia delle tensioni internazionali – guerra dei dazi Usa-Cina; conflitto nel Vicino Oriente; conflitto Russia-Ucraina; ed altro – scaricatesi anche sulle piazze finanziarie, lo “Swiss market index” era tuttavia precipitato sino a quota 10’699.66 punti); massimo di seduta, per ora, a 13’216.10 punti (ore 9.34), ultima attestazione sui 13’188 punti circa con progresso limato allo 0.19 per cento.
Il messaggio è pertanto assai positivo, pur nell’ultimo giorno di attività prima della pausa natalizia (riapertura lunedì 29 dicembre, ordinarie negoziazioni anche martedì 30, indi festività tra San Silvestro, Capodanno e Berchtoldstag, poi fine-settimana, ritorno al lavoro lunedì 5 gennaio) e dunque in contesto che risente di una certa qual volatilità anche su scambi dalla modesta consistenza. Tra le “blue chip”, forchetta a rebbi estremi che quasi si fondono l’uno con l’altro: “Roche holding Ag” in vetta (più 0.77 per cento), “Compagnie financière Richemont Sa” in coda (meno 0.51). Oggettivamente scarse le emozioni nell’allargato. Dalle altre piazze: Dax-40 a Francoforte, più 0.09 per cento; Ftse-Mib a Milano, meno 0.17; Ftse-100 a Londra, più 0.06; Cac-40 a Parigi, meno 0.22; Ibex-35 a Madrid, meno 0.32. Cambi: 92.87 centesimi di franco per un euro, 78.83 centesimi di franco per un dollaro Usa; in significativa flessione il bitcoin, ora al controvalore teorico di 68’936 franchi per unità.
