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Italiano, quo vadis? / Lago di Varese, la Babele delle lingue… improvvisate

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Dicono che a Palazzo Estense, sede del Comune di Varese, siano in forza tre o addirittura quattro comunicatori, il cui compito consiste ovviamente nel far fare bella figura all’autorità politica temporaneamente in carica. Sarebbe stato non male se, tra questi soggetti o tra altri funzionari o dipendenti del Comune o magari tra i membri della Giunta comunale (che per ruolo, in Ticino, corrisponde al Municipio) o tra gli eventuali consulenti esterni fosse stato trovato uno, dicasi uno, capace di mettere nero su bianco due traduzioni da livello “B1” in inglese ed in tedesco prima che venissero stampati e collocati i nuovi cartelli ad indicazione dell’area balneabile – è un gradito ritorno – nel Lago di Varese, zona del Lido della Schiranna. Lasciamo da parte l’assenza del francese, che pur qualche significato avrebbe, e diamo un’occhiata alle scombiccherate neolingue proposte laddove si trattò di tradurre alcune prescrizioni di base circa l’accesso al litorale ed alle acque: non difficile l’individuare “fisching” in luogo di “fishing” e “vorbidden” (ripetuto due volte) in luogo di “forbidden”, per non dire di una perifrasi scricchiolante; britannici, nordamericani, canadesi anglofoni ed australiani avranno modo di presentare proprie rimostranze.

Al visitatore germanico o austriaco o svizzero d’Oltresangottardo, tuttavia, è riservato il vero e proprio trattamento da schiaffi: manco “Google translator” può aver causato danni di questo genere e di questa dimensione, ci vogliono scienza e determinazione per giungere a simili risultati e ci vuole un’ignoranza cretinoide per non porsi nemmeno una domandina prima della stampa e della diffusione di cotali messaggi. Elenchino non esauriente: “No lifeguard und Kontrolle von Baden” (i “Kontrolle von Baden” potrebbero stare benissimo per “Controlli da Baden”, Canton Argovia); “Feuer anbrennen verboten”; “Fahrräder und Motorräder Eingang ist Verboten” (verbi scambiati per sostantivi, parole usate a caso, costruzione da infarto); “Abfalle nicht werfen”; “Hunde Eingang ist verboten” (ed in retroversione uno rischia di pensare che si stia parlando di orifizi dei poveri cani). Matita blu, matita blu, matita blu per ogni passaggio, bocciatura secca, si ripresenti un’altra volta o faccia di meglio e si butti su qualcosa di diverso, sarà buon per lei e meglio ancora per noi. Passabili anche se non perfetti il “Fischen verboten” (meglio “Angeln verboten”, trattandosi di pesca con amo e non generica) ed il “Camping verboten” (esiste il verbo “Campen”, esso è di uso corrente nella galassia germanofona, ergo “Campen verboten” sta adeguatamente in piedi)

Quanto sia costata all’ente pubblico (cioè al cittadino) una simile sciocchezza non è dato sapere; in quattrini, non poco; in immagine, tanterrimo, tra l’altro considerandosi il gemellaggio crescente tra Varese e gli antipodi su progetti di lungo respiro. Per parte nostra, senza nemmen che s’abbia a penare, ben disposti a dare una mano agli improvvidi strateghi della comunicazione in neolingua, e quindi a coloro forniamo un ventaglio di suggerimenti per quanto sopra riportato. Nell’ordine delle frasi incriminate: Kein Rettungs- und Kontrolldienst vorhanden; Offene Feuer verboten; Es ist verboten, mit Fahrräder und Motorräder einzutreten; Müll wegwerfen verboten (in ogni caso, volendosi difendere la parola che al singolare fa “Abfall”, sarebbe “Abfälle” e non “Abfalle”); Hundeverbot (alternativa: Kein Zutritt für Hunde). Non ringraziateci; in fondo, ci avete rallegrato la giornata.