Fastidioso ma ci sta, come sa chi abbia pratica del mestieraccio, è l’errore tipografico da svista o da dita incrociatesi nello scrivere o nel trascrivere. Irrita, per contro, l’errore tipografico da sciatteria, quello cioè da qualcuno commesso e che finisce magari in un titolo o in un inserto pubblicitario: da sciatteria perché si suppone che tale testo, prima di andare alle stampe, sia sottoposto a verifica ed a controllo di almeno altri due occhi oltre a quelli dell’estensore, e ciò per naturale diligenza oltre che per evitare di far brutte figure. Come la mettiamo, allora, con questa “prima” pubblicitaria di nota testata morente? Lasciamo da parte la banalità del testo; sino a prova del contrario, e non si può evitare di notarlo, i cetriolini sono al plurale e richiedono un verbo concordato al plurale; sicuramente al plurale va poi anche il pronome dimostrativo (“quelli” in luogo di “quello”). La campagna promozionale sarà costata qualche migliaio di franchi; pagarne 20 ad un traduttore di lingua madre, almeno per la revisione, no, ver



