Home CULTURA Italiano, quo vadis? / Divagazioni sul «Ce la faremo»… sgrammaticato

Italiano, quo vadis? / Divagazioni sul «Ce la faremo»… sgrammaticato

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Nell’Anno Covidiano primo e speriamo ultimo, fra i “mantra” ricorrenti solo perché essi vengono fatti ricorrere (ed è tema su cui torneremo magari domani in sede di analisi su altro livello) domina il “Ce la faremo”, affermazione di per sé sciocca dal momento che, pur nell’infuriare del “Coronavirus”, non si prefigura l’effettiva estinzione dell’intera umanità. Il “Ce la faremo”, peraltro, ha messo a nudo sui “social” una rilevantissima attitudine alla perpetrazione di delitti contro la lingua italiana, a mo’ di esempio con il tragicomico “C’è la faremo” in cui una particella pronominale è brutalmente sospinta ad invero inesplicabile predicato (ma il peggio si manifesta con un trittico – sicuro primato mondiale – di forme verbali nel non raramente rilevabile “C’è l’ha faremo”). Giusto “divertissement” s’impone allora nello sperimentare quel che da “Ce la faremo” può originarsi, senza interpolazioni e senza forzatura in apofonie o in assonanze, sia in interpretazione del testo così come esso è sia in spiegazione del testo così come esso è percepibile per suono.

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“C’è La faremo” – Il signor La Faremo è presente.

“Ce l’ha Faremo” – Il signor Faremo è in possesso di qualcosa.

“Ce la fa Remo” – Remo riuscirà a fare qualcosa.

“Cela Faremo” – Il signor Faremo nasconde qualcosa.

“C’è là Faremo” – Il signor Faremo è poco distante.

“C’è La Fa Re, mo’…” – Anticipazione di un motivetto musicale.

“C’è Lafar, e mo’…” – Tra gli allievi del microbiologo austriaco Franz Lafar, espressione ricorrente nei giorni in cui tutti pensavano che l’illustre docente non sarebbe venuto in aula per interrogare, ed invece eccolo lì in carne ossa e registro.

“C’è l’afa, Remo” – Quello che diremo in estate al signor Remo.

“C’è l’Afar, Emo” – Si fa rilevare ad un giovane esponente di nota subcultura di àmbito (gli “emotional”, da cui “emo”) che è arrivato un esponente del gruppo etnico noto anche come Dàncali.

“Cela fa remo” – Discepolo di santone buddista (denominazione, per l’appunto, “cela”) si dedica ad attività manuali e pratiche e realizza un remo.

“Ce la fa, remo” – Comunicazione per indicare che sto vogando vigorosamente con l’intento di andare a salvare un tizio che sulle prime sembrava in procinto di annegare.

“C’è l’afa, remo” – Provo a liberarmi dall’oppressione del caldo andando a vogare.

Ed infine, l’inevitabile battuta sessista:

“Ce la faremo” – Messaggio di vaga speranza e di autoincoraggiamento tra maschietti in presenza di una donna in realtà inarrivabile.