E una settimana fa il finto infermiere che annuncia una disgrazia e che cerca di far consegnare quattrini ad un complice, signora signora suo nipote è ferito è grave è in condizioni disperate servono soldi per trasportarlo per farlo operare per un farmaco salvavita; e stavolta la finta poliziotta che si mette a disposizione, eh, capisco quanto ci si possa preoccupare in simili casi, guardi, per risolvere la questione che la riguarda basta un versamento e vengo io a prendere i soldi ed a sistemarle la questione, signora signora ancora una volta. Dev’esserci un’invasione di polacchi indegni di quell’origine e di quel passaporto e della storia di un grande Paese, che è il Paese di Josef Pilsudski e di Giovanni Paolo II e di Lech Walesa e di Jerzy Popieluszko e di Nicolò Copernico e di Fryderyk Chopin e di Andrzej Wayda e non dei delinquenti ingannatori e predatori dell’altrui buona fede, in questi giorni a Lugano. Falsa poliziotta, e tutto è spiegato senza bisogno d’altri commenti, la 29enne ufficialmente residente in Polonia e che l’altr’ieri è stata messa in manette in quanto presunto terminale del progetto criminoso questa volta collimato su un’anziana; aspetto rilevante, già nei giorni scorsi erano stati eseguiti alcuni arresti, ma ciò non avrebbe indotto il resto dell’organizzazione a desistere. Poi, ecco, l’imponderabile che si mette di mezzo e che viene a complicare i progetti dei malviventi: una telefonata alle forze dell’ordine, già in campo per attività investigativa, da parte della tassista cui a quanto pare la 29enne polacca si era rivolta per farsi portare al domicilio della vittima designata, guardate, le cose stanno così e cosà, so questo e quest’altro, ditemi quel che devo fare e lo faccio.
Stupore e meraviglia sul volto della falsa poliziotta, chissà se costei avrà provato a schermirsi ed a chiamarsi fuori, versione sono solo una turista e state facendo un errore di cui vi pentirete; realtà afferma per contro trattarsi della probabile autrice di altri colpi, sempre in Ticino, nel giro delle ultime quattro-cinque settimane. Conseguente l’addebito scritto a lettere cubitali nel faldone di cui è responsabile la procuratrice pubblica Anna Fumagalli: ripetuta truffa aggravata consumata e tentata.