Vaccinazione di tutti gli animali presenti nelle aziende interessate, divieto di spostare gli animali stessi verso altre strutture (fatta eccezione per quelle degli alpeggi), accurata pulizia, accurata disinfezione delle stalle e delle apparecchiature venute a contatto con gli animali: tali i provvedimenti di profilassi ordinati dal veterinario cantonale al fine di ridurre il rischio di infezione dal batterio “Coxiella burnetii”, zoonosi che viene trasmessa agli esseri umani attraverso gi ovini (capre) ed alcuni focolai della quale sono stati riscontrati nelle ultime settimane in Bassa ValleMaggia. La zoonosi in questione, meglio nota come “febbre Q” e di fatto una forma di polmonite atipica, è stata diagnosticata in base alle analisi di laboratorio su soggetti che avevano avvertito sintomi simili a quelli dell’influenza; come riferito in una nota del Dipartimento cantonale sanità-socialità, in alcuni casi è possibile che si manifestino sintomi acuti come aumento improvviso della febbre, brividi, mal di testa e dolori ai muscoli ed alle articolazioni, risultando possibili complicazioni quali la polmonite; indicata la terapia antibiotica. Per quel che riguarda gli animali, la malattia – definita coxiellosi – può colpire sia ovini e bovini sia ungulati selvatici ed altri, con rischio di problemi di fertilità e di aborti. La trasmissione dall’animale alle persone avviene in modo preponderante attraverso l’inalazione dei batteri presenti nelle placente di animali infetti che hanno abortito o partorito normalmente; da ciò consegue che bersagli primari della malattia sono coloro che accudiscono gli animali ed i… veterinari.
Quanto alla propagazione, “verosimilmente” responsabile è il clima secco e ventoso dei mesi scorsi. La gestione del caso di specie è stata presa in carico dall’Ufficio veterinario cantonale e dall’Ufficio medico cantonale, “con intervento simultaneo” e sulla scorta di competenze specifiche, secondo la metodologia “One health”. Quanto alla comunicazione, non trattandosi di malattia a dichiarazione obbligatoria da parte dei medici, dall’Ufficio medico cantonale è stata pubblicata un’informativa destinata ai medici della ValleMaggia ed alle strutture sanitarie della regione intera “affinché la malattia sia prontamente riconosciuta di fronte a un quadro clinico sospetto, in pazienti con una storia di contatti o vicinanza con capre”. Adottati inoltre provvedimenti precauzionali al fine di garantire la sicurezza dei prodotti caseari delle aziende interessate (alpeggi compresi): per quanto il rischio di trasmissione abbia coefficiente assai basso, ordinato il divieto di vendita del formaggio a base di latte crudo che sia stato prodotto nei caseifici con animali o latte di mescolanza risultati positivi alla coxiella; imposto inoltre l’obbligo di pastorizzazione del latte per le prossime produzioni.